Settimana Santa di Iglesias

La Settimana Santa di Iglesias

Foto di Francesca Merella

La Settimana Santa di Iglesias

Iglesias, così come molte località della Sardegna, mostra ancora oggi i segni della dominazione spagnola, a partire dal nome “iglesia” (chiesa). Sicuramente è spagnola è anche la tradizione più importante della città, la Settimana Santa (tra tutti, si pensi alla Semana Santa di Siviglia).

Il Martedì ha luogo la processione dei Misteri, con sette simulacri lignei che rappresentano altrettanti momenti della Passione di Cristo. Ad aprire la processione sono i confratelli dell’Arciconfraternita della Vergine della Pietà del Santo Monte, che si occupano dell’organizzazione della Settimana Santa iglesiente. Questi, chiamati Germani (dallo spagnolo “hermanos”, fratelli), sfilano indossando abito bianco, cappuccio che copre il volto e guanti in velluto nero. I simulacri sono portati dai “baballottis”, i quali rappresentano gli antichi disciplinanti medievali, con un saio bianco e il volto coperto per la vergogna del peccato.

Il Mercoledì i fedeli si recano nella chiesa di San Michele per commemorare i fratelli defunti.

Il Giovedì, in un’atmosfera cupa e mistica, i baballottis accompagnano il simulacro della Madonna Addolorata alla ricerca di Gesù per le chiese del centro storico. Il rito è accompagnato dal suono di tamburini e matraccas, antichi strumenti composti da ruote dentate che vengono fatte roteare, producendo un rumore quasi assordante.

La mattina del Venerdì si svolge la processione del Monte, con un percorso in salita che richiama l’ascesa di Cristo al Calvario. Nella chiesa di San Michele si compie il rito della deposizione di Cristo dalla Croce. La statua di Cristo viene posta su una lettiga e adorata dai fedeli. La sera ha inizio la processione del Descenso, la sacra rappresentazione del funerale di Cristo trasportato sulla lettiga, sormontata da un baldacchino bianco. Aprono questa grande processione gli stendardi, seguiti da San Giovanni e la Maddalena, impersonati da due bambini con abiti dorati e di foggia orientale, e “is Varonis”, ovvero Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, che indossano ampi mantelli di velluto marrone e recano in mano tenaglie e martelli. Per ultimi sfilano i Germani con il simulacro dell’Addolorata.

La notte del Sabato, durante la Veglia Pasquale si intona il Gloria ed entra in cattedrale il Cristo Risorto, accolto dai fedeli e dalle campane a festa.

La Domenica di Pasqua partono due processioni: una dalla chiesa di San Giuseppe con il simulacro della Madonna, l’altra dalla cattedrale con il simulacro di Gesù Risorto. Le due processioni seguono itinerari diversi per poi incontrarsi e formare un unico grande corteo (s’incontru).

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Ingresso: Libero
Parcheggio: Si
Bar: Si

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