La Settimana Santa di Bosa, pittoresco borgo medievale che si erge sul fiume Tirso, è una tradizione molto sentita e partecipata dall’intera comunità. I suggestivi rituali liturgici e paraliturgici presentano ancora forti influenze derivanti dalla dominazione spagnola, ma anche dal retaggio pagano. Una delle peculiarità delle cerimonie della settimana pasquale è la musica. Il coro di Bosa accompagna i momenti di dolore e di gioia con i Gòsos, canti di lode e penitenza.
Il Martedì Santo sfilano in processione le statue in cartapesta, simulacri dei Misteri (Sos Misterios), che rappresentano le fasi della Passione: Gesù nell’orto dei Getsemani, la Flagellazione, la Coronazione di spine, il Viaggio di Cristo verso il Calvario e la Vergine Addolorata. Queste statue percorrono le stradine del centro storico, partendo dalla chiesa di Santa Croce e arrivando alla Cattedrale dell’Immacolata.
La giornata del Mercoledì santo è dedicata all’allestimento dei sepolcri nelle cappelle delle sette chiese della città.
Il Giovedì santo è ricco di celebrazioni. Una delle più suggestive è la Lavanda dei piedi che si svolge il pomeriggio durante la Messa della Cena del Signore. Il rituale prevede che il sacerdote lavi i piedi ai chierichetti, utilizzando un’acqua colorata di viola con le erbe di lavanda e issopo. A fine serata, rievocando Sas Chilcas (la ricerca di Maria del sepolcro di Gesù), si visitano i sepolcri allestiti il Mercoledì santo.
Il Venerdì santo, giorno della commemorazione della morte del Cristo, è il momento più intenso della Settimana Santa di Bosa e vede il suo culmine nel toccante rituale de s’Iscravamentu.
A questi momenti di dolore e ritmati da canti di dolore, seguono la gioia e l’entusiasmo de s’Incontru, durante la mattina della Pasca de Aprile (Domenica di Pasqua), accompagnato dai Gosos de Pasca e dal Magnificat.