Sartiglia, Oristano

Foto di Enna Maddalena

Sartiglia, Oristano

La Sartiglia è una corsa alla stella di origine medievale che si corre ad Oristano tra l’ultima domenica e il martedì di Carnevale. Il termine Sartiglia deriva dal castigliano “sortija”, dal latino “sorticola”, anello, derivato a sua volta da “sors”, vale a dire fortuna; infatti, la Sartiglia è una corsa all’anello, alla stella, ma anche una festa che si lega alla sorte.

I custodi della tradizione sono il Gremio dei contadini e quello dei falegnami. I Gremi sono i discendenti delle antiche corporazioni di arti e mestieri dell’isola. Durante l’anno i due Gremi  nominano l’ “Oberaiu Majori” e il “Majorale”, che sceglieranno i “Componidoris”, coloro che comanderanno le corse durante le due giornate.

Il 2 Febbraio, in occasione della Festa della Candelora, vengono resi noti i nomi dei due Componidoris, che ricevono nelle loro case i ceri benedetti. La mattina della corsa il cavaliere scelto si reca presso la casa del presidente del Gremio. Da qui parte la sfilata diretta verso la sede del Gremio dove avverrà il rito della Vestizione. Una volta indossata la maschera, il cavaliere si trasformerà in su Componidori. Il gruppo di tamburini e trombettieri apre il corteo. A vestire il cavaliere sono “is massaieddas”, vestite in abito tradizionale oristanese, guidate da “sa Massaia manna”, donna esperta che sovrintende il rito della vestizione.

I due Componidoris indossano una camicia bianca, con fiocchi rossi per il Componidori del Gremio dei contadini e fiocchi rosa e celesti per quello del Gremio dei falegnami. Sulla camicia viene indossato il “cojetto”, una giacca smanicata che termina a gonnellino, chiusa con lacci di pelle per il capocorsa della domenica e con borchie d’argento a forma di cuore per il capocorsa del martedì che indossa anche, sopra i suoi pantaloni, un ulteriore pantalone corto di pelle.

La maschera è color terra per il capocorsa dei contadini e bianca per quello dei falegnami. Il cerimoniale della vestizione si conclude con il posizionamento del velo ricamato e del cilindro sul capo. Conclude la vestizione del su Componidori una camelia sul petto, rossa la domenica e rosa il martedì.

Su Componidori sale quindi sul suo cavallo, bardato con un’ottantina di rosette e coccarde colorate, per recarsi in corteo fino al teatro della corsa, che ha inizio in piazza del Duomo. Su Componidori per primo tenta la sorte cercando di prendere la stella al galoppo, seguito dai due Componi. Successivamente potranno cimentarsi nell’impresa solo i cavalieri scelti dal capocorsa. Colui che infilzerà la stella con la propria spada riceverà come premio una piccola stella d’argento. Una volta soddisfatti del numero di stelle infilzate, i cavalieri restituiscono le spade e prendono “su stoccu”, una lancia di legno con cui tenteranno nuovamente di cogliere la stella. Riconsegnato su stoccu, su Componidori riceve “sa Pipia de Maiu” (“mazzolino di Maggio”), ovvero uno scettro con alle due estremità dei mazzi di viole mammole e pervinche, che simboleggia l’arrivo della primavera e dunque la fertilità.

Lo squillo di trombe e il rullo dei tamburi annuncia “sa remada”, massima prova di abilità e coraggio de su Componidori, che chiude la corsa alla stella e si lancia in una corsa al galoppo riverso sul cavallo, salutando e benedicendo la folla col suo scettro fiorito.

Quindi si ricompone il corteo dei cavalieri che si dirige verso Via Mazzini, teatro della corsa delle Pariglie, dove gruppi di tre cavalieri su tre cavalli si lanciano al galoppo eseguendo acrobazie. Apre questa serie di acrobazie il capocorsa con i suoi due aiutanti.

La corsa si conclude con una seconda remada eseguita da su Componidori, stavolta accompagnato dai suoi cavalieri. Il corteo si dirige nel luogo dove era avvenuta la vestizione, per rimuovere gli abiti del capocorsa. Hanno inizio così i festeggiamenti che si protrarranno per tutta la notte con brindisi a base di Vernaccia e le zeppole, il dolce simbolo del carnevale In Sardegna.

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Ingresso: Libero

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