Il Museo Etnografico di Aritzo racconta la realtà contadina e pastorale, le attività artigianali e commerciali che hanno caratterizzato la storia e la cultura barbaricina. Le otto sale in cui si struttura presentano i principali settori produttivi, accompagnati dall’esposizione dei relativi utensili e strumenti da lavoro.
Una sala è dedicata al settore del pastoralismo. È documentato l’intero processo di lavorazione del latte e di tosatura e marchiatura del bestiame. Fra gli oggetti esposti si trova un elemento peculiare della cultura pastorale aritzese: “Su Giuramentu”. Si tratta di un oggetto pertinente alla sfera religioso-magica, ancora in uso fino agli anni Ottanta del XX secolo. È costituito da un grappolo di medaglioni di bronzo recanti immagini sacre, usato dai pastori per dirimere le controversie nate da sconfinamenti di pascolo e furti, attraverso la recitazione di apposita formula rituale.
Alcuni spazi sono dedicati alla lavorazione della lana e alla tessitura. È custodita anche un’esposizione di abiti tradizionali muliebri presenti nelle loro numerose varianti. Seguono le sale incentrate sulla lavorazione della cera, sull’attività contadina e sull’officina del fabbro maniscalco.
Importante è l’esposizione delle casse intagliate, tutte di produzione locale. Appartengono per modulo stilistico-formale al modello sub-regionale classificato come cassa di Aritzo o Barbaricina. Sono poi documentate alcune attività tipiche del luogo, fra cui l’incetta della neve per la produzione della carapigna (sorbetto ottenuto da una soluzione di acqua, zucchero e limone impiegando come refrigerante ghiaccio di neve).
Il Museo Etnografico di Aritzo fa parte del sistema museale “Ecomuseo della Montagna Sarda o del Gennargentu”, insieme alla Casa Devilla, al Carcere Sa Bovida e al Museo Mura.