Il Museo del Porto si trova all’interno di un edificio noto in passato con il nome di “La Piccola“. Si tratta di un tipico edificio industriale del ventesimo secolo che faceva parte dell’ex stazione ferroviaria, realizzata nel 1872.
Il Museo si propone di conservare la memoria della città di Porto Torres attraverso i cambiamenti sociali e culturali del suo porto. L’esposizione si compone di immagini, oggetti e altri documenti del XX secolo legati alla vita portuale. È possibile visitare un’esposizione dedicata alla vela latina, il motore trainante dell’economia turritana fino alla metà del ‘900: in quel periodo tutte le barche da pesca e da trasporto erano armate con questo tipo di vela. Il nome “latina” deriva dall’antica indicazione “alla trina”, vale a dire con tre lati. La vela latina fu inventata dagli Egizi e perfezionata dai Fenici che l’hanno diffusa nel Mediterraneo. Gli Arabi l’hanno invece introdotta nel Mar Rosso e lungo le coste africane.
Nel Museo sono esposti diversi modelli in miniatura delle vere barche in legno, fedeli in ogni parte perché costruiti con la tecnica del mastro d’ascia. Fra i vari modelli vi è la “filuga”, un’imbarcazione tipica di Porto Torres. È esposta anche una vera filuga portotorrese costruita da mastr’Alfredo Polese. Sono poi osservabili alcuni attrezzi da pesca, fra cui le nasse e il tremaglio.
Una parte è poi dedicata ai sistemi e agli strumenti per la costruzione delle barche. Fra questi viene spiegato il “garbo”, un sistema apparentemente semplice per la realizzazione dei progetti delle barche. Il garbo, o “trabuchettu” (“inganno”) come viene chiamato a Porto Torres, indica sia lo strumento che la tecnica di costruzione. La sua origine è antica: già dal 1445 si trovano su alcuni manoscritti menzioni di procedimenti simili. Il metodo si diffuse poi tra il ‘500 e il ‘600.