Il Rito dello scioglimento del voto e la festa di Sant’Efisio si tengono ogni anno tra il 1° e il 4 Maggio. Si tratta di una delle più importanti celebrazioni religiose della Sardegna, che vede la partecipazione di migliaia di fedeli provenienti da tutta l’isola.
La Festa risale al 1657. Secondo la leggenda, dal 1652 la Sardegna fu dilaniata dalla peste, che ne ridusse drasticamente la popolazione; i cagliaritani si rivolsero a Sant’Efisio, il quale liberò la città dalla peste; in cambio chiese agli amministratori il voto di celebrare ogni anno una processione in suo onore.
I preparativi per la Festa hanno inizio ogni anno il 30 Aprile con la vestizione del Santo, collocato all’interno del cocchio che lo trasporterà in processione.
Il 1° Maggio, alle ore 7:15 si svolge la messa nella Chiesa di Sant’Efisio a Stampace (Cagliari). Al di sotto della Chiesa si trova il carcere di Sant’Efisio, in cui l’imperatore Diocleziano imprigionò Efisio in seguito alla sua conversione al Cristianesimo. L’imperatore, in seguito al rifiuto da parte del Santo di rinnegare la fede cristiana, incaricò il governatore locale (il Praeses Iulicus) di convertirlo nuovamente al culto pagano oppure di condannarlo a morte; Efisio, dopo l’incarcerazione e le torture, morì decapitato per decisione del Tribunale di Cagliari.
Alle 9:30 si tiene la vestizione dell’Alter Nos, nominato dal sindaco di Cagliari per rappresentare la municipalità nel corso della celebrazione di Sant’Efisio. Alle 12:00 inizia la processione, con la sfilata delle traccas, i carri trainati da buoi e ornati con fiori e frutta; a seguire un corteo di fedeli, che rappresenta i vari gruppi folkloristici della Sardegna, sfila a piedi o a cavallo indossando gli abiti tradizionali del proprio paese. Le strade sono coperte da petali di fiori, “Sa Ramadura”.
I Cavalieri, che in origine avevano il compito di proteggere il Santo, sfilano divisi in tre gruppi: Campidanesi, in sella a cavalli addobbati con coccarde e rosette; i Miliziani, armati di archibugi e sciabole; e Guardiania, che indossano il frac nero con la fascia tricolore sui fianchi e il cilindro.
Seguono i membri dell’Arciconfraternita del Gonfalone, che svolgono un ruolo centrale in tutti i rituali della festa. I confratelli sfilano a piedi in abito penitenziale e le consorelle col capo coperto da un velo nero. Due confratelli, chiamati “Collaterali” hanno il compito di stare ai lati del cocchio durante tutta la processione e di aprire le porte del cocchio quando questo si ferma per accogliere fiori, ex-voto e altre offerte da parte dei fedeli.
Il Santo giunge fino alla Chiesa di Sant’Efisio a Giorgino, un quartiere fondato nel 1939 sotto il regime fascista per ospitare le abitazioni dei pescatori; sono proprio i pescatori gli unici ad accompagnare il santo fino alla chiesetta, dove avviene il cambio delle vesti; l’aureola e la palma d’oro lasciano il posto ad altre in argento e si sostituisce il cocchio con il “cocchio di campagna”. Quest’ultimo rimane per tutto l’anno a Giorgino, in una cappella di proprietà della famiglia Ballero, denominata per questo “Cocchiera”.
Il pellegrinaggio prosegue fino a Capoterra, facendo sosta alla torre “Su Loi”, dove si celebra una messa. Sul tardi la processione giunge presso la cappella di “Villa d’Orri” dei marchesi Manca di Villa Hermosa, dove si officia la benedizione eucaristica. Si trasposta poi il cocchio fino alla chiesa di Santa Vittoria di Sarroch, dove si celebra una messa solenne e si fa sosta per la notte.
Il 2 Maggio la processione continua fino a Villa San Pietro, per poi raggiungere Pula. In tarda serata il Santo arriva a Nora, dove secondo la tradizione sarebbe stato martirizzato il 15 Gennaio del 303. La mattina seguente si tiene una messa nella Chiesetta di Nora.
Da lì la processione ripercorre l’itinerario in senso inverso, con una fiaccolata di fedeli.
Alle 19:00 del 4 maggio il Santo giunge alla chiesetta di Giorgino, dove si celebra la messa e la statua viene nuovamente rivestita dei suoi preziosi ornamenti, per poi fare ritorno a Stampace, alle 23:00, accolto da migliaia di fedeli. Qui, a conclusione della celebrazione si tiene la Benedizione Eucaristica e il Rito dello scioglimento del voto da parte del Presidente dell’Arciconfraternita del Gonfalone.
Nel 2014 il Comune di Cagliari ha avviato le procedure di candidatura del Rito di scioglimento del voto e della festa di Sant’Efisio nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO.