La penultima domenica di maggio la città di Sassari diventa teatro della Cavalcata Sarda, detta anche “festa della bellezza”, una delle più autentiche espressioni della cultura sarda.
Durante questa giornata le vie del centro storico sono attraversate da una sfilata cui prendono parte circa tremila persone provenienti da tutta l’isola. Si tratta dei vari gruppi folkloristici della Sardegna, ciascuno dei quali indossa l’abito tradizionale del proprio paese, con stoffe ricamate e dai colori variegati. I partecipanti sfilano a piedi, a cavallo o sulle “traccas”.
La sfilata si conclude in piazza d’Italia, dove i cavalieri si lanciano in una sfrenata corsa equestre, eseguendo spettacolari pariglie e acrobazie. La festa termina la sera con degustazioni di cibi e vini tipici del territorio, balli e canti a tenore e musica.
Ai festeggiamenti prendono parte spesso anche alcune delle maschere più caratteristiche dei carnevali tradizionali di Sardegna.
La cavalcata sarda assume un carattere essenzialmente profano, differenziandosi dalla maggior parte delle tradizioni dell’isola, che rimandano invece alle consuetudini cristiane.
Enrico Costa, autore di “Storia di Sassari”, sostiene che la prima Cavalcata si sia svolta nel 1711, durante ultimi anni della dominazione spagnola, in onore di re Filippo V.
Secondo altri studiosi la festa trarrebbe origine dal corteo che si tenne nel 1899 per celebrare la venuta in Sardegna del re Umberto I di Savoia e la consorte Margherita. La festa è leggermente mutata nel corso dei decenni, inizialmente infatti si svolgeva esclusivamente in occasione di visite di esponenti della casa reale di Savoia. Infatti nell’arco dei quarant’anni successivi alla sfilata in onore di Umberto I, la Cavalcata si tenne solo due volte (nel 1929 e nel 1939). Solo a partire dalla seconda metà del Novecento la festa ha assunto una cadenza annuale.