Carnevale di Neoneli – Ritus Calendarum

Maschera tradizionale di Neoneli

Foto di Dario Seddaiu

Maschera tradizionale di Neoneli

Le tradizioni del carnevale in Sardegna discendono da antichi riti propiziatori e rimandano alla tradizione agro-pastorale dell’isola. Questo vale anche per il carrasegare di Neoneli, che prende il nome di Ritus Calendarum.

Neoneli (in sardo Neunele) è un borgo di appena settecento abitanti situato nella provincia di Oristano, nella regione storica del Barigadu. Paese di antiche origini, abitato sin dall’epoca pre-nuragica, come attesta la presenza nel suo territorio di alcune domus de Janas.

I riti si svolgono la domenica, il lunedì e il martedì di carnevale. Le vie del centro storico di Neoneli si trasformano in un tripudio di colori, con sfilate caratterizzate dalle maschere tipiche del paese. Queste sono di due diversi tipi: “Sos Corriolos” e “Sa maschera’e Cuaddu”.

“Sos Corriolos” indossa degli abiti realizzati con pelli di pecora e capra, con in vita una cintura di cuoio. Spicca poi il copricapo in sughero con grandi corna di daino o di cervo, mentre sulle spalle reca pelli di riccio e ossa di animali.

“Sa Maschera ‘e Cuaddu” significa letteralmente “maschera a cavallo” in quanto in origine coloro che indossavano questa maschera erano soliti sfilare stando a cavallo per poi prendere parte ad una giostra equestre. È un esempio di “maschera limpia”, ovvero pulita, perché ha il viso scoperto. Il costume è composto da una camicia bianca, pantaloni con sopra un gonnellino ornato di pizzi e sonagli che tintinnano durante la danza. Il costume inoltre si compone di guanti e calze bianche, merletti, scialli in seta e infine un fazzoletto, anch’esso di seta, posto sopra il cappello e decorato con coccarde e nastri variopinti.

Il 16 gennaio (giorno di Sant’Antonio Abate) “Sos Corriolos” danno inizio al carnevale danzando attorno al falò benedetto e bruciando piccole fascine di legno. Questa sembrerebbe essere una rappresentazione odierna dei riti in onore di Dioniso che si tenevano durante le Calende di gennaio, da cui il nome di Ritus Calendarum.

Secondo la leggenda Dioniso, dio del vino, della vegetazione e dell’ebbrezza, nato dall’unione di Zeus con una mortale, venne ucciso per volere di Era, decisa a vendicare questo tradimento; il sangue di Dioniso rese fertile la terra, portando abbondanti raccolti.

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Informazioni utili

Ingresso: Libero
Parcheggio: Si
Bar: Si
Accessibilità motoria: Totale

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