Samugheo è un comune della regione storica della Barbagia del Mandrolisai.
Dagli anni Novanta del Novecento a Samugheo si svolge A Maimone – Su Carrasegare Antigu Samughesu, rassegna delle maschere tradizionali sarde.
Realizzata dall’Associazione Culturale Mamutzones de Samugheo, è nata con lo scopo di riunire in un solo evento le più rappresentative maschere del Carnevale sardo.
Questo carnevale richiama la tradizione agropastorale e l’antico culto dionisiaco che contraddistingue numerosi carnevali tradizionali della Sardegna. Presenta riti simbolici legati al ciclo della natura, al suo morire e rinascere ogni anno e alla volontà di propiziare una buona annata.
Le maschere protagoniste del carnevale sono: su Mamutzone, s’Urtzu e s’Omadore che fanno la loro prima apparizione annuale in occasione della festa di Sant’Antonio, che dà inizio del Carnevale.
Su Mamutzone veste abiti di fustagno e pelli di capra su cui vengono annodati campaneddas (campanacci) in ottone o bronzo e trinitos (sonagli); il capo è coperto da su casiddu, un recipiente di sughero rivestito di lana di capra con corna caprine o bovine. Su Mamutzone nasconde le sue sembianze umane sotto uno strato di fuliggine di sughero bruciato.
S’Urtzu, conosciuto anche come s’Ocru, è la vittima sacrificale e indossa pelle di caprone nero compresa di testa e sul petto porta pelli di capretto e campanacci. Sotto gli abiti nasconde una vescica ripiena di sangue e acqua.
Infine, s’Omadore, il pastore, indossa un lungo pastrano nero con cappuccio e ha il viso nero di fuliggine. Tiene in mano sa soga, la fune, un bastone, una catena e un pungolo.
La celebrazione è incentrata su una danza disordinata e coinvolgente in cui sos Mamutzones imitano il combattimenti delle capre in amore. S’Urtzu, la vittima sacrificale dell’evento, procede goffo e zoppicante nel tentativo di acchiappare le donne presenti per inscenare l’accoppiamento; s’Omadore, il suo pastore cerca di guidarlo, picchiandolo e pugnalandone la vescica, che rende fertile il terreno con il suo contenuto. Il rito termina con la morte e il ritorno in vita de s’Urtzu circondato dai sos Mamutzones e dai loro copricapo.
Partecipano all’evento altre maschere carnevalesche samughesi, come “Su carru de Minchilleo” e “Su Traga Corgios”, maschera che trascina pelli bovine secche in segno di presagio di morte. A Maimone è occasione di scambio culturale: partecipano all’evento gruppi di maschere provenienti dalla penisola italiana o dall’Europa. Dopo la sfilata seguono i balli in piazza.