Costruita nel 1307 sotto la dominazione pisana, la torre fungeva da porta di accesso a Castello e da presidio difensivo; infatti, con i suoi 30 metri di altezza permette un’ottima visuale sulla città sottostante.
Un’iscrizione ricorda la costruzione per volere dei consoli pisani Giovanni De Vecchi e Giovanni Cinquini. Nella facciata laterale è collocato lo stemma della città e su una mensola uno dei simboli usati da Pisa: la scultura di un elefante, da cui la torre prende il nome.
La torre a canna quadrata con pianta a U, dalle fattezze di matrice dell’architettura militare pisana, fu edificata nei tre lati esterni in pietra forte, estratta da Bonaria, lasciando aperto il lato rivolto verso Castello.
La torre dotata di portoni pesanti e saracinesche, è suddivisa in piani da soppalchi lignei, mentre mensole reggevano impalcature atte alla difesa. Il dominio aragonese utilizzò la fortificazione come carcere.
Le strutture e costruzioni civili addossate al presidio difensivo sono rimosse durante il restauro del 1906 ad opera dell’ingegnere Dionigi Scano.