Foresta di Pantaleo, Sa Spindua, Santadi (SU)

Foto di Claudio Kalb

Foresta di Pantaleo, Sa Spindua, Santadi (SU)

La foresta di Pantaleo si estende nel territorio tra i comuni Santadi e Nuxis, nella provincia del Sud-Sardegna.
Si estende per circa 4200 ettari e fa parte dell’ampio sistema forestale di Gutturu Mannu, a cavallo tra i territori comunali di Assemini, Capoterra, Pula, Santadi, Sarroch Siliqua, Teulada, Uta e Villa San Pietro.

La foresta di Pantaleo è considerata come tra le più estese leccete esistenti al mondo. Oltre al leccio, nella foresta è presente la sugera, il tasso, l’agrifoglio, il lentisco, il mirto e il corbezzolo, la ginestra dell’Etna ed esemplari di sambuco e acero trilobo, oltre alle essenze arbustive ed erbacee tipiche della Macchia Mediterranea. In primavera fanno la loro comparsa i fiori violacei della peonia. Due particolarità sono inoltre date dalla presenza del più grande albero di eucalipto della Sardegna e dalla presenza di piante “ibride” tra sughera e leccio.

Dal punto di vista faunistico, Pantaleo è uno degli habitat naturali del cervo sardo ed, inoltre, ospita colonie di daini, cinghiali, donnole, gatti selvatici, martore e volpi.
In cielo si possono osservare diversi uccelli migratori mentre nidificano i rapaci. Si possono avvistare esemplari di aquila reale, astore, falco pellegrino e sparviero.
Inoltre, a partire dal 1988, la foresta ospita un centro faunistico per l’allevamento della lepre sarda (Lepus capensis mediterraneus), specie considerata a rischio di estinzione. Il centro è visitabile tramite percorso didattico.

Nei pressi dell’area si segnala anche la località di Sa Spindua dove si possono osservare rapide e cascatelle lungo il corso del rio Maxias.

Panteleo è inoltre ricco di testimonianze archeologiche come il complesso termale di epoca romana di Is Figueras. Sono noti anche diversi siti di archeologia industriale, rappresentati da carbonaie legate alla produzione di carbone per polvere da sparo, avvenuta fra il 1872 e il 1951. Attraverso una piccola linea ferroviaria il carbone veniva portato a Porto Botte e da qui trasportato ai porti francesi di Marsiglia e Tolone.

Nell’area è presente un presidio dell’ente Forestas che porta avanti vari progetti per la valorizzazione della foresta.

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Tipo provvedimento: Oasi di Protezione Faunistica
Numero provvedimento: L.R.n. 31/1989
Ingresso: Libero
Parcheggio: Si
Distanza a piedi: 100m
Sentiero segnalato: Si
Difficoltà: Media difficoltà
Altitudine: 200m
Bar: No
Accessibilità motoria: Parziale

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