Dalla seconda metà dell’Ottocento la zona è oggetto di ricerche di giacimenti di carbon fossile; tuttavia la prima concessione risale al 1892, ceduta ad Anselmo Roux. La miniera è infine acquisita dalla Società Miniera Carbonifera Sarda nel 1934, proprietaria sino alla fine degli anni ’60.
La miniera presentava due pozzi, una laveria, centrale elettrica, sala compressori, segheria, rimessa locomotiva e due castelli, trasferiti alla fine degli anni ’50 nella vicina miniera di Nuraxi Figus.
Nella lampisteria i minatori consegnavano la propria medaglietta, ottenendo una lampada; il sistema serviva a verificare l’effettivo rientro dei minatori dalle gallerie.
A queste strutture si aggiungono: la villetta del direttore, gli appartamenti degli impiegati, le case per i minatori e l’infermeria.
La miniera dismessa è stata acquistata da privati negli anni ’70 e i documenti rivenuti sono stati donati al Museo del Carbone della Grande Miniera di Serbariu.