Il Compendio Garibaldino di Caprera, aperto al pubblico dal 1976, è costituito da una vasta area che racchiude l’insieme degli edifici e degli oggetti appartenuti a Giuseppe Garibaldi, che qui trascorse gli ultimi 25 anni della sua vita (dal 1856 al 1882). Il Compendio, dal 2014, forma insieme al Museo Nazionale Memoriale Giuseppe Garibaldi (ex forte Arbuticci) il Sistema Museale di Caprera. I cimeli legati alla sua vita di combattente, i ricordi privati e di famiglia e gli arredi originali raccontano la vita quotidiana dell’eroe, della sua ultima compagna Francesca Armosino e dei loro due figli, Clelia e Manlio.
La casa in cui viveva la famiglia è semplice: bianca, in muratura, con il tetto a terrazza che domina tutto l’arcipelago. Garibaldi cominciò a costruirla pochi mesi dopo il suo arrivo a Caprera, nel 1856. La “casa bianca” è l’edificio principale del Compendio ed è composta da 8 stanze comunicanti tra loro: atrio, tre camere da letto, studio, tinello, cucina. L’ultima è la stanza dove l’eroe morì: questa è caratterizzata dalla presenza, sopra l’architrave della porta, dell’orologio di fabbricazione inglese che segna l’ora della morte (18.20) del 2 giugno del 1882.
Il Compendio comprende altre strutture che si sviluppano attorno a un cortile centrale: la “casa di legno”, in cui abitò provvisoriamente, la “casa di ferro”, dove Garibaldi organizzò la biblioteca, il frantoio, il forno, la stalla ed il mulino. Al centro della fattoria si trova la toccante area cimiteriale con la tomba di granito che accoglie le spoglie del generale e le tombe della terza moglie, Francesca Armosino, e dei figli Manlio, Clelia, Rosa, Anita e Teresita. Nel grande giardino avviò la sua azienda agricola: coltivò personalmente l’orto, il frutteto, il vigneto e l’aranceto e piantò alberi come il maestoso pino, ancora oggi al centro del giardino, risalente al 1867 (in occasione della nascita della figlia Clelia).