Situata ai margini del centro storico dell’abitato di Oschiri, la chiesa è dedicata alla Beata Maria Vergine e Immacolata. Il complesso architettonico, progettato dall’ingegnere Antonio Murgia agli inizi del 1900, s’impone con la sua monumentalità lungo la via principale del paese.
L’attuale edificio, realizzato su un precedente impianto risalente al XVIII secolo, presenta planimetria costituita da una navata principale e da due navate laterali. La facciata, suddivisa in tre ordini, mostra l’adozione dello stile neoclassico. Al di sopra dell’ampio portico a tre arcate si sviluppa la trabeazione, su cui si aprono tre rosoni istoriati con riquadri architettonici. Una coppia di campanili quadrangolari fiancheggia la facciata. Sulle pareti, ai lati del portico, delimitate da una serie di archetti pensili, si aprono due grandi vetrate istoriate mentre, sul colmo, si ergono due cupole, rivestite da mattoni rossi e sormontate da piccole lanterne.
All’interno la grande navata principale si presenta voltata a botte e illuminata da vari rosoni; al centro si apre una grande cupola emisferica, sormontata da lanterna, che conferisce alla struttura grande maestosità. Nelle due navate laterali, le grandi vetrate istoriate e vari rosoni assicurano un’adeguata illuminazione.
La navata di sinistra accoglie il fonte battesimale in marmo, risalente al 1823. Vi è, inoltre, custodito un Cristo ligneo, databile al XVII-XVIII secolo, ascrivibile ad un ignoto intagliatore sardo, non esente dalle influenze iberiche che caratterizzano i crocifissi lignei isolani del ‘600 e del ‘700. La statua veniva adoperata per il rituale del discendimento della Croce, definito in lingua sarda “S’Incravamentu“, durante le celebrazioni della Pasqua. All’ingresso della chiesa ammiriamo il gruppo San Francesco che depone Gesù, opera della metà del ‘900 dell’intagliatore sassarese Giovanni Pulli.