La Chiesa campestre Santa Maria di Cea (in sardo Nostra Sennora ‘e Se), originariamente di Seve come l’antico centro abitato, si trova a pochi chilometri da Banari sulla strada provinciale che porta a Ittiri, Ossi e Florinas, nella fertile vallata bagnata dalle acque del Rio Biddighinzu.
L’edificio era un luogo di culto legato ai vallambrosani, monaci benedettini che devono il loro nome alla Foresta di Vallombrosa in Toscana, che gestirono fino al 1866, quando i beni ecclesiastici furono annessi Regno di d’Italia.
La Chiesa è parte di un complesso monastico databile alla seconda metà del XII sec., composto dalla chiesa campestre in stile romanico, il cortile recintato con pozzo, probabile luogo di allevamento di animali e dedicato alla coltivazione, e da alcuni edifici conosciuti come il romitorio (rifugio per gli eremiti).
Dell’antica struttura romanica si conservano i prospetti principali della chiesa e parte degli edifici monastici alla sua destra. La struttura mononavata con abside a est, è riconducibile a maestranze toscane attive nel Giudicato di Torres e nel Settentrione sardo nella seconda metà del XII secolo.
L’abside è liscia, priva di lesene di partizione, e si conclude con una cornice a guscio. Presenta una monofora assiale centinata a doppio strombo.
La facciata, realizzata in conci squadrati di calcare, è asimmetrica e risulta divisa da una cornice marcapiano leggermente aggettante. Si conclude con un campanile a vela con luce semicircolare e, al posto della bifora o dell’oculo originario, presenta una finestra rettangolare.
L’architrave del portale poggia su pseudocapitelli con decoro fitomorfo.
Nei conci del paramento di destra è incisa un’iscrizione datata 1260.
