La chiesa parrocchiale di Santa Giulia si trova a Padria, paese del Meilogu, ‘discendente’ dell’insediamento romano di Gurulis Vetus.
Gli scavi archeologici fanno risalire il primo impianto della chiesa anteriorarmente al VII secolo come marthirion paleocristiano. Successivamente il sito venne tramutato in chiesa bizantina, ampliata tra l’XI-XII secolo. La parrocchiale venne riedificata nel 1520, come si legge in facciata, a cura del barone di Bonvehì Bernardino de Ferrera, nobile algherese signore della Contea di Monteleone, e del vescovo di Bosa Pietro de Sena.
L’impianto attuale mantiene gli spazi e le forme del 1520: planimetria a navata unica, distinta in cinque campate voltate a crociera gemmata, con abside pentagonale voltata a crociera gemmata con effige della Santa. Dalla navata centrale si accede, mediante archi a sesto acuto, a quattro cappelle a sinistra e cinque a destra.
La facciata a capanna, realizzata in conci squadrati, è racchiusa da due contrafforti obliqui e suddivisa in due ordini da trabeazione con archetti pensili, intervallati da rosette e poggiati su peducci con protomi umane. Il primo ordine del prospetto si apre nel bel portale gigliato a sesto rialzato, ornato da punte di diamante e delimitato da foglie rampanti, che originano un alto fiorone fiancheggiato dalle insegne dei committenti.
Due alti pinnacoli poliedrici, che nascono dai capitelli, complicano il disegno del portale che costituisce uno degli esempi più puri di Gotico catalano in Sardegna. Nel secondo ordine, concluso da un’elaborata cornice, è un grande oculo con ghiera modanata.
L’equilibrio delle proporzioni e le raffinatezze esecutive fanno dell’edificio una delle più rilevanti architetture sarde in allineamento con modelli castigliani del periodo isabellino.