La basilica di S. Simplicio fu la prima sede episcopale della diocesi di Olbia Tempio, nonché la più grande chiesa romanica del capoluogo gallurese. Essa nacque nei pressi di un’antica necropoli romana e fu edificata a più riprese in un arco temporale che va dal’ XI secolo alla seconda metà del XIII secolo.
Alla fase più antica di costruzione appartengono le navate e l’abside, i pilastri, le colonne e una parte delle mura. Successivamente venne edificata la copertura e furono completate le navate e i muri perimetrali, la facciata venne completata per ultima.
All’interno, la suddivisione in tre navate è scandita da colonne con capitelli, decorati con figure di teste d’ariete, teste umane e motivi geometrici. La chiesa si differenzia dalle altre architetture romaniche per la costruzione in granito, materiale di cui la Gallura è ricca. Nelle pareti interne ed esterne sono presenti dei bassorilievi con diverse figure, tra cui un volto, un serpente e una cinghia.
Nell’abside son presenti inoltre tre pannelli con affreschi staccati, della stessa chiesa. Gli affreschi romanici non sono ben leggibili, dato il loro stato di conservazione, ma si possono riconoscere San Simplicio e San Vittore e dei frammenti di un corteo di fedeli. La basilica è ora sede del Museum Civitatense.
Nel 1614 nella cripta dell’altare maggiore furono ritrovati i resti di San Simplicio. Il culto del santo patrono di Olbia che ricorre il 15 maggio, è una delle feste più importanti dell’isola: un corteo accompagna il santo patrono e le strade della città si colorano con i costumi tradizionali dei gruppi giunti per l’occasione da tutta la Sardegna. In questa giornata ricorre anche un’importante manifestazione storica che si tiene in via Re di Puglia: il Palio della stella.