Il Duomo di Cagliari, ovvero la Cattedrale di Santa Maria Assunta a e Santa Cecilia, viene costruita nel XIII secolo durante la dominazione pisana. In seguito all’insediamento nel colle denominato Castel di Castro i pisani sentirono la necessità di erigere un tempio in ricordo del duomo della madrepatria.
Nel tempo l’impianto originario a tre navate con transetto è rimasto sostanzialmente invariato. Sono invece mutate le fattezze estetiche in stile romanico pisano, modificate e aggiornate nel corso dei secoli.
I bracci destro e sinistro del transetto e la prima cappella accanto al presbiterio, realizzati nel XIV secolo, presentano caratteristici elementi del gotico catalano. Il presbiterio invece riporta stilemi barocchi. Nel 1618 l’arcivescovo Francisco Desquivel volle rialzare la struttura del presbiterio per ospitare la barocca Cripta dei Martiri.
Il prospetto barocco, demolito nei primi anni del ‘900, fu ricostruito in forme neoromaniche tra il 1927 e il 1930 su progetto degli architetti Giarrizzo e Vicario. Della facciata originaria in stile romanico si è conservato solamente l’architrave scolpito a girali d’acanto del portale maggiore.
Al suo interno si conservano numerose opere d’arte di pregevole fattura.
Tra queste abbiamo:
- il pergamo di Guglielmo, ora diviso in due amboni marmorei, realizzato da mastro Guglielmo per il duomo di Pisa (1159-1162) e donato alla città nel 1312 dall’Opera del Duomo di Pisa;
- gli altari marmorei di S. Michele (1727) e S. Cecilia (1780);
- il Retablo dei Beneficiati (1527-1530) legato alla bottega di Pietro Cavaro che ha realizzato il Crocifisso ligneo;
- il Monumento funebre a Martino il Giovane, commissionato dal viceré di Sardegna (1673-75) e realizzato a Genova dallo scultore Giulio Aprile nel 1676 e l’altare di Sant’Isidoro, commissionato dall’Arcivescovo di Cagliari, Diego de Angulo (1676-1682), fu realizzato sempre da Giulio Aprile nel 1683. Esso fu il primo altare marmoreo barocco realizzato in Sardegna. Presenta un’articolata composizione architettonica, scandita dalle colonne tortili nere che la dividono in tre facce. Nella parte centrale, nella cornice marmorea retta da due angeli, vi è immessa la tela dell’Immacolata Concezione, copia del dipinto di Maratta nella Cappella Sylva di Sant’Isidoro a Roma. La ricca decorazione marmorea dona al monumento una rara bellezza.
- il programma pittorico delle volte realizzato dal cagliaritano Filippo Figari;
- la cosiddetta Madonna nera, ascrivibile al XIV secolo, opera di uno scultore d’origini catalane, che nel realizzarla ha preso spunto dalla Vergine della cattedrale di Palma di Maiorca.