Sulla sommità dell’omonimo colle, si trova il Castello di San Michele, uno dei più importanti esempi di fortificazione della città e dalla storia notevolmente travagliata.
Il nome del colle e del relativo castello deriva da un’antica chiesa dedicata a San Michele Arcangelo. La costruzione del castello risale a 1327, anno nel quale la famiglia Carroz ottenne dall’infante Alfonso d’Aragona il feudo di San Michele, e il relativo permesso di costruire un castello sul colle.
Il primo nucleo del castello era costituito da un semplice fortilizio a una torre; nel corso degli anni i Carroz ampliarono e rinforzarono la struttura, aggiungendo altre due torri di guardia.
Nel corso del Quattrocento, il castello divenne una delle più importanti dimore nobiliari dell’isola.
Il periodo d’oro del castello terminò bruscamente il 24 dicembre del 1468, quando la Santa Barbara del castello esplose, sventrando la struttura e uccidendo gran parte della famiglia Carroz. Dopo questa sciagura, il castello passò a diversi proprietari, imparentati in qualche modo con i Carroz. A seguito della mancanza di eredi, l’amministrazione cittadina incluse il castello nel Demanio.
Nonostante i tentativi di ristrutturazione, il castello cominciò un lento periodo di decadenza.
Questo periodo culminò nel 1656, anno durante il quale la peste colpì la città (la stessa epidemia che colpì Milano e che ci viene raccontata da Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi).
Le autorità sanitarie decisero di usare il castello come lazzaretto per i malati e, finita l’epidemia, cadde in uno stato di grande degrado. Solo quando l’isola passò sotto la dominazione piemontese, nel 1720, si cominciò a restaurare il castello. Si decise infine di abbandonarlo nel 1836, a causa dei costi eccessivi.
Il castello tornò ad assumere brevemente una funzione di difesa militare quando, dopo la Prima Guerra Mondiale, si decise di installare la Stazione Radiotelegrafica della Marina. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la struttura divenne una vera e propria cava di materiale da costruzione. Per evitare ulteriori saccheggi, nel 1964 venne imposto su tutta l’area del colle il primo vincolo paesaggistico. Nel 1988 il programma FIO cominciò un massiccio intervento di restauro e di valorizzazione.
Dal 2001 il castello è gestito dal Consorzio Camù e ospita periodicamente mostre e allestimenti temporanei.