Edificata tra il 1053 e il 1073 nella località di Calameda, è stata cattedrale della diocesi di Bosa sino al XV secolo, quando la sede vescovile venne spostata nella chiesa di Santa Maria di Bosa. Nonostante i lavori di restauro, compiuti nel 1938, abbiano alterato l’originario aspetto, l’edificio è uno degli esempi più antichi e interessanti del romanico sardo.
La facciata, risultato di una ricostruzione del XIII secolo, presenta tre grandi arcate a sesto acuto. Il portale occupa l’arcata centrale ed è sovrastato da un architrave calcareo, decorato con le raffigurazioni dei santi Pietro e Paolo, ai lati esterni, e della Madonna con Bambino e l’Imperatore Costantino aureolato, al centro.
L’interno si presenta a tre navate e si conclude a est con l’abside. La navata centrale, che conserva le uniche tracce dell’impianto originario dell’XI secolo, presenta copertura lignea, mentre nelle due laterali le volte sono a crociera.
Un’importante epigrafe, incisa in una lesena dell’abside, documenta la posa della prima pietra con cerimonia celebrata dal vescovo Costantino de Castra, alla metà dell’anno Mille.