La chiesa si trova ai piedi del Monte Santo, non lontano dalla “Funtana de Pùbulos” dalla quale probabilmente deriva il nome. Nota anche come Nostra Signora di Mesumundu è tra i più antichi edifici di culto dell’Isola: il suo primo impianto è ascrivibile al VI-VII secolo d.C.
Edificata sui ruderi di antiche terme romane di età tardo-imperiale, si distingue sia per l’originalità dell’impianto planimetrico, a pianta centrale, sia per l’impiego della tecnica costruttiva ad opus listatum, con due o più filari di stretti mattoni alternati a cantonetti di basalto. L’impiego di tale tecnica muraria confermerebbe l’origine bizantina dell’edificio.
All’interno è presente un vano cupolato dal quale partono due bracci e due absidi. La cupola è costruita con pietrame di piccolo taglio e spezzami di laterizio cementati con abbondante malta. L’interno si presenta sobrio, dotato di pochi arredi, illuminato grazie agli ampi finestroni realizzati nel corso dei più recenti restauri. Qui si conservano tracce dell’impianto idrico relativo alle terme.
Nel 1065 il giudice Torchitorio Barisone I de Lacon Gunale donò la chiesa all’abbazia di Monteccasino. All’età giudicale risale un ampliamento della struttura. L’impiego, in alcuni tratti, della tecnica “a sacco” è riferibile alle opere databili all’XI secolo. Ad epoche diverse vanno ricondotte le grandi luci e la monofora presente nel lato nord.