I ruderi della chiesa di San Simeone sorgono su una fortezza naturale alle propaggini settentrionali dell’altopiano di Campeda, in posizione dominante sul territorio sottostante. L’area fu frequentata dall’uomo fin dall’epoca nuragica e in età punica vi fu costruito un castrum.
La chiesa doveva appartenere al villaggio di San Simeone, fondato nel XIV secolo dal Giudice Mariano IV per accogliere gli abitanti di Bonorva, distrutta dalla guerra. Alla fine dello stesso XIV secolo, venute meno le esigenze di sicurezza, il villaggio fu abbandonato, probabilmente a causa dell’insalubrità del territorio.
L’ingresso principale era monumentalizzato dall’architrave ottenuto dal reimpiego di un miliario romano. L’aula unica, con pavimentazione in cocciopesto, era divisa in tre campate da due monumentali archi a sesto acuto, con relativi contrafforti. Gli archi, parte delle mura perimetrali e la pavimentazione sono ancora visibili.
Per arrivare al sito bisogna percorrere la S.S. 131, girare al bivio per Bonorva e immediatamente prendere la S.P. 125 sino ad arrivare all’altipiano. Da qui seguire a piedi la strada bianca a sinistra che porta alla campagna dove è possibile ammirare il monumento.