La chiesa di San Michele, Patrono di Alghero, è conosciuta come “Iglésia de collègia” (Chiesa del Collegio) o “Collègia” (Collegio). Il Vescovo di Alghero Mons. Andrea Baccallar la donò ai gesuiti. Nel 1588 essi aprirono un collegio e assicurarono scuole pubbliche alla città. La chiesa era cattedrale pro tempore (1503-1593), in attesa dell’ultimazione della Cattedrale di Santa Maria.
Nel XVII secolo l’eredità del capitano algherese Girolamo Ferret assicurò stabilità economica al collegio e diede la possibilità di ampliare la chiesa. L’architetto Domenico Spotorno si occupò del progetto creando una significativa architettura di stile barocco (1675).
Nel 1774 Papa Clemente XIV sciolse la Compagnia di Gesù e il collegio fu adibito a caserma. Solo nel 1950 i Gesuiti tornarono ad Alghero e riottennero parte dell’edificio, che destinarono ad attività caritative ed educative tutt’ora presenti, quali la Biblioteca popolare S. Michele e l’ Associazione Primavera.
La facciata esterna è costituita da tre finestre rettangolari, un portale ligneo sormontato da un bassorilievo marmoreo con due sculture sull’Annunciazione e un altorilievo che simboleggia lo Spirito Santo. L’interno invece è a navata unica con volta a botte, il presbiterio quadrangolare è sormontato da una grandiosa cupola ottagonale.
La chiesa è stata abbellita con stucchi. Dall’aula principale si diramano tre cappelle per lato, che narrano le vicende dei Santi della Compagnia di Gesù. La grande cupola rivestita con mattonelle policrome è realizzata su disegno di Antonio Simon Mossa e Filippo Figari alla metà del secolo XX.