Situata su una piccola altura presso la sponda destra del Rio Padrongianus, l’area archeologica di S’Imbalconadu rappresenta un ottimo esempio di villa rustica di età romana repubblicana. La struttura fu oggetto di scavi archeologici nella metà degli anni ’90 ed è nota agli studiosi per il rinvenimento di una stele in granito con il simbolo della dea fenicia Tanit.
L’intero complesso, costruito con materiale di granito locale, è costituito da due edifici principali separati da una corte centrale. La prima struttura, di carattere produttivo, si articola in vari ambienti, alcuni destinati alla macinazione dei cereali e alla cottura del pane, altri utilizzati per produrre vino o olio; ulteriori ambienti erano, inoltre, impiegati come magazzini per le derrate prodotte nella villa. Il secondo edificio costituiva invece l’abitazione del fattore e della sua famiglia. Quest’ultima era articolata in quattro ambienti al piano terra e, forse, di un piano superiore. Si conserva ancora la soglia di ingresso con il cardine su cui ruotava la porta di accesso. In base ai dati di scavo, il sito fu frequentato tra metà del II secolo a.C. e metà del I secolo a.C.
Da Olbia, imboccata la SP24 in direzione di Loiri, subito dopo il ponte di Loddone c’è sulla destra lo slargo ove è l’accesso al sito.