I primi rinvenimenti archeologici nel colle di cui si ha notizia risalgono alla fine del 1800. Tra questi, il rinvenimento ad opera dell’archeologo Nissardi nel 1870, di un’iscrizione in neo punico che permise l’ipotesi della presenza di un tempio dedicato alla dea Astarte, datata al III sec. a.C.
Si tratta di un santuario extra-urbano affacciato sul mare, oggetto di campagne di scavo sistematiche solo in anni recenti, ad opera dell’Università di Cagliari. In base ai risultati delle indagini, il culto di Astarte, importato in Sardegna dai Cartaginesi, è proseguito anche in epoca romana. La posizione soprelevata del tempio è tipica dei santuari dedicati alla dea, probabilmente essi avevano anche la funzione di punti di segnalazione per i naviganti, di cui la dea era protettrice. L’archeologa Simonetta Angiolillo, in un suo studio del 2008, ritenne plausibile che anche nel santuario di Cagliari si esercitasse la prostituzione sacra, pratica comune ai templi dedicati alla dea. Inoltre, in prossimità del tempio sono state rinvenute due cisterne, una di epoca punica e una di epoca romana.
Il sito è raggiungibile dal comune di Cagliari percorrendo via Cristoforo Colombo, direzione Lazzaretto, per circa 4,9 km. Alla rotonda, prendere la prima uscita, in direzione “Sant’Elia”, e proseguire in via Calamosca per altri 6,7 km. Imboccare il sentiero segnalato presente sulla sinistra, fronte Hotel Calamosca, e seguire le indicazioni per il tempio.