Si tratta di un tempio ipogeico, quindi sotterraneo, probabilmente dedicato al culto delle acque, che comprende una scalinata ricavata nella roccia basaltica, costituita da 3 rampe intervallate da 2 pianerottoli, alla base delle quali si raccoglie l’acqua piovana. Sono anche presenti, presso alcuni gradini, rilievi a forma di mammella (riconducibili forse al culto della cosiddetta “Dea Madre”) e coppelle.
Esternamente si trova una struttura circolare, la cosiddetta “Funtana de su prantu”, con copertura a tholos (a sezione circolare) e presenza di 5 nicchie lungo il perimetro, d’impianto nuragico ma riutilizzata in età storica, probabilmente connessa al santuario stesso e destinata ai sacerdoti addetti al culto per la celebrazione dei riti sacri.
Si è ipotizzata la pratica dei sacrifici di animali per la presenza di resti ossei faunistici e tracce di bruciato che lo assocerebbero al culto di una divinità infera.
Il culto fu praticato per oltre un millennio persistendo anche in età punico-romana come santuario in onore di Demetra, come dimostra anche il ritrovamento di materiali votivi quali lucerne, ceramiche, oggetti in oro e osso, monete.
Ha subito numerosi danneggiamenti a causa dell’azione dei tombaroli ma è ritenuto attualmente il più grande tempio a pozzo dell’isola.
Attualmente il sito risulta non accessibile per la presenza di parti crollate.
E’ raggiungibile provenendo da Morgongiori tramite via Santa Lucia in direzione Is Benas proseguendo per 500 m; svoltare a sinistra e procedere verso la SC Morgongiori-Is Benas fino a trovare un sentiero sulla sinistra: si consiglia di seguirlo fino a raggiungere una serie di edifici e da lì proseguire in direzione nord-est attraverso la vegetazione. Dopo circa 300 m si raggiungerà il sito.