L’area archeologica di Sant’ Anastasia è un unicum in tutta l’isola, poiché è la sola a trovarsi all’interno di un centro abitato. Al suo interno si trova anche la Chiesa di Sant’Anastasia, risalente al XV secolo ma di primo impianto bizantino.
Il complesso nuragico ha come fulcro il tempio a pozzo messo in luce dagli scavi del 1913 e chiamato “funtana de is dolus” (fonte dei dolori) perché l’acqua minerale dell’adiacente sorgente sacra era ritenuta salutare e ricca di poteri miracolosi. Lungo circa 12 m, il pozzo è realizzato con blocchi in basalto ed è costituito da una camera a pianta circolare profondamente scavata nel suolo, coperta a tholos, cui si accede mediante una scalinata di 2,20 m di altezza.
Il sito comprende, a circa 10 metri dal primo, un secondo pozzo sacro e parte di un grande recinto al cui interno si individuano i resti di diverse capanne.
Si pensa che il pozzo di S. Anastasia sia l’area di primo sviluppo del culto delle acque.