Il pozzo sacro Milis rappresenta una pregevole testimonianza della frequentazione del territorio di Golfo Aranci in età nuragica. La scoperta del sito, oggi ubicato nei pressi della Stazione Ferroviaria, risale al 1883.
Il monumento è costruito con conci di scisto e calcare finemente lavorati. Per mezzo di una scala, orientata a SE, si accede alla camera del pozzo. Questa è chiusa con la caratteristica copertura a tholos. Al suo interno è presente un bacino di pietra calcarea per la raccolta delle acque, ancora oggi alimentate da un’abbondante sorgente. Dei quaranta gradini di accesso originari, solo ventidue emergono dall’acqua. La copertura della rampa si compone di una serie di architravi digradanti in senso contrario rispetto alla gradinata di accesso.
Nel 1884 lo studioso Pietro Tamponi ritrovò nell’area circostante un anellino d’oro del peso di 10 grammi. Nel 1937 Francesco Soldati, negli scavi condotti sotto la direzione di Doro Levi, registrò il ritrovamento di tre oggetti di bronzo: un pugnaletto provvisto di due fori con annessi chiodetti per l’immanicatura; un braccialetto a cordoncino; e una fibula italica ad arco.
Il monumento fu sfruttato fino a poche decine di anni fa come cisterna per l’approvvigionamento dei naviganti.