Il palazzo gentilizio, edificato tra XVI e XVII secolo, si trova nel punto più alto del centro abitato di Barumini. Nelle vicinanze è ubicata la parrocchia della Beata Vergine Immacolata, probabilmente commissionata dalla stessa famiglia proprietaria del palazzo.
La residenza fu dimora della famiglia aragonese degli Zapata, giunti in Sardegna nel 1323 al seguito dell’infante Alfonso IV di Aragona per la conquista dell’isola. In particolare, fu l’alcade di Cagliari, Azor a far erigere il palazzo successivamente all’istituzione della sede baronale dei Zapata a Barumini, Las Plassas e Villanovaforru.
Si tratta di un elegante palazzo con planimetria rettangolare e giardino annesso. L’abitazione classicheggiante è divisa in due piani; il portale e le finestre presentano timpani triangolari e nel timpano centrale è scolpito lo stemma della famiglia.
Negli anni ’90 il Comune acquista la dimora e la fa restaurare. Durante questi lavori emergono i resti di un insediamento nuragico, denominato Nuraxi ‘e cresia dall’archeologo Giovanni Lilliu.
Dal 2006 la residenza baronale è sede del polo museale “Casa Zapata” che comprende diverse sezioni.
La sezione archeologica, dedicata a Giovanni Lilliu, ha come punto centrale di interesse il nuraghe Nuraxi ’e Cresia. Si tratta di un edificio di tipo trilobato con torre principale aperta su un cortile. Intorno ad esso si dispone un bastione di tre torri unite da cortine.
L’esposizione è arricchita da circa 250 reperti provenienti dal nuraghe Su Nuraxi e in minima parte dal nuraghe Nuraxi ‘e Cresia.
La sezione storica racconta le vicende del feudo e dei baroni Zapata. L’esposizione propone atti e documenti d’archivio, riproduzioni, vecchie fotografie, oggetti riferibili alla famiglia Zapata e alla storia di Barumini.
La sezione delle launeddas, dedicata al maestro e famoso suonatore Luigi Lai, ci riporta nel mondo remoto della tradizione musicale sarda. Con il termine “launeddas” si definisce una serie di strumenti a fiato a tre canne, rientrante nella categoria degli aerofoni ad ancia semplice. L’esposizione offre una paronimica delle diverse tipologie dello strumento.
La sezione etnografica è ospitata nei locali che un tempo furono le pertinenze agricole del palazzo baronale. Sono esposti circa 400 pezzi riconducibili a tre aree tematiche principali, l’agricoltura, l’allevamento e l’artigianato, senza trascurare le attività che si svolgevano nell’ambiente domestico.