Oasi di Seu, Cabras (OR)

Foto di Claudio Kalb

Oasi di Seu, Cabras (OR)

L’Oasi di Seu si trova in territorio comunale di Cabras, nella penisola del Sinis, in provincia di Oristano.

L’area rappresenta una Ex riserva di caccia e racchiude il suo patrimonio naturalistico, ambientale e storico per un’estensione di circa 115 ettari, sul promontorio settentrionale dell’insenatura di San Giovanni di Sinis.

L’oasi si sviluppa con un’estesa macchia mediterranea, con formazioni dalla gariga alle dune sabbiose, sino alla falesia a picco sul mare, alta circa 15 m.s.l.m..

La vegetazione, di importante rilevanza naturalistica, è caratterizzata da arbusti di rosmarino, cisto di Montpellier e cisto rosso, lentisco, mirto, fillirea, ginepro nano, olivastro, ginestre e orchidee. Tra la macchia compaiono poi esemplari di palma nana e, in alcune zone isolate, il pino d’Aleppo.

In particolare, in un settore centrale dell’Oasi, sono presenti due esemplari di pino di età centenaria.

La vegetazione dunale è caratterizzata dalle essenze tipiche di questo ambiente, come il giglio di mare, l’eringio marittimo, il ravastrello, la santolina delle spiagge, la gramigna delle spiagge, l’ammofila arenaria, la crucianella di mare e l’efedra.

Ancora, sulla costa rocciosa, troviamo cespugli di limonio, canforata di Montpellier e frankenia.

Dal punto di vista faunistico, il simbolo di Seu è la pernice sarda che convive assieme ad altre numerose specie di uccelli. Troviamo infatti il passero sardo, l’upupa, l’allodola, il gabbiano corso, il cormorano, la rondine di mare e, fra i rapaci, la poiana e il falco grillaio. A terra, tra la macchia e le dune, vivono conigli selvatici, volpi, bisce e tartarughe.

L’oasi deve la sua conservazione alla volontà dei proprietari terrieri che ne acquisirono il possesso agli inizi del XX secolo, trasformandola in riserva di caccia. L’area divenne poi, nel 1981, un’oasi faunistica gestita dal WWF, mantenendo i suoi tratti selvaggi e incontaminati.

Oltre al suo valore naturalistico, l’area riveste una significativa importanza storica ed archeologica. Infatti, sono presenti testimonianze archeologiche di insediamenti umani già al tempo della età nuragica con un pozzo tra le dune e i resti di un nuraghe. Successivamente arrivarono fenici, cartaginesi e romani. Nel 1550, per la sua posizione strategica, gli spagnoli edificarono una torre di avvistamento, la Turr’e Seu (Torre del Sevo). La torre da il nome all’area ed è ancora oggi è visibile sulla falesia.

Ancora, nel settore sud-ovest del promontorio nella spiaggetta di Caogheddas, affiora il relitto di un’imbarcazione a vapore. Il relitto risulta in parte spiaggiato e in parte sommerso a circa cento metri dalla costa, meta di appassionati di immersioni subacquee.

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Ingresso: Libero
Parcheggio: Si
Distanza a piedi: 200m
Sentiero segnalato: Si
Difficoltà: Media difficoltà
Altitudine: 15m
Bar: No
Accessibilità motoria: Parziale

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