Il Nuraghe Nolza, situato a 739 mt s.l.m., domina un vastissimo territorio. La sua posizione permette infatti di godere di un panorama molto suggestivo scorgendo, non solo le vette più alte della Sardegna ma, anche il mare.
Probabilmente il primitivo insediamento fu costituito da un villaggio di capanne frequentato già intorno al 1500 a.C. Si estendeva per circa 2 ettari ma solo una parte è stata indagata.
Il nuraghe è di tipo quadrilobato, e rivela diverse fasi di costruzione. Prima l’erezione del mastio, in seguito l’addossamento delle quattro torri perimetrali con relative cortine murarie e l’apertura di un nuovo ingresso protetto da una struttura muraria addossata alle torri Est e Nord.
Per la costruzione del monumento nelle fasi più antiche fu utilizzata la pietra locale, lo scisto. Intorno al 1100 a.C, a causa di crolli dovuti alla fragilità dello stesso, il monumento fu sottoposto ad un importante restauro. Questo, ha interessato due delle torri, riedificate con una pietra più dura – il porfido– e parte degli ambienti interni. L’ingresso si spostò dalla cortina Est a quella Ovest.
Il nuovo ingresso permette l’accesso a un vano da cui si ha l’accesso alla torre D. La scala, composta da 21 ripidi gradini ben conservati, porta a un cortiletto sopraelevato. In origine era pavimentato con un lastricato di pietre, scisto, sfoglie di sughero e uno spesso battuto di argilla concotta. Sul cortiletto si apre l’ingresso al primo piano della tholos perfettamente conservata.
L’altezza massima residua è quella del mastio compresa tra i 12 e i 13 mt.
Il monumento, originariamente interrato, è stato interessato da diverse campagne di scavo, susseguitesi quasi senza interruzione, a partire dalla metà degli anni ’90.
L’area archeologica è facilmente raggiungibile percorrendo 8 km a sud dal paese di Meana Sardo.