Il Nuraghe Arrubiu si trova al centro dell’altopiano basaltico di Pran ‘e Muru, dal quale domina il territorio circostante. Il suo caratteristico colore rosso, al quale deve il nome di “Arrubiu”, è dovuto alle sfumature dei licheni che quasi interamente lo ricoprono.
La costruzione del complesso risale al periodo intorno al XIV secolo a.C.. Sotto il pavimento della torre centrale sono stai infatti ritrovati i frammenti di un vaso miceneo.
Fu poi abbandonato intorno al IX secolo a.C. a causa di un crollo che provocò la distruzione della parte superiore del bastione.
È costituito da una torre centrale (mastio) circondata da un poderoso bastione formato da cinque torri. Il bastione, a sua volta, è attorniato da una seconda cinta di mura, l’antemurale, con sette torri e tre cortili.
La torre centrale oggi conserva solamente il primo dei tre piani che un tempo la costituivano. L’altezza residua è di 15 metri, rispetto ai circa 30 originali. Nella camera centrale è ancora intatta la copertura a falsa cupola (tholos).
Le campagne di scavo, condotte nel nuraghe a partire dal 1981, hanno permesso di scoprire dati molto interessanti relativi all’utilizzo e più in generale alle abitudini di vita dei nuragici che lo costruirono ed utilizzarono.
In uno dei cortili, il cortile centrale B, rimangono le tracce di un canale per il drenaggio delle acque piovane e di una cisterna che le raccoglieva.
Nello stesso cortile la presenza di un bancone, di un focolare, di un bacile, di resti di pasto e di stoviglie fa pensare che esso fosse utilizzato per la consumazione comunitaria di pasti. Inoltre, nella torre C del bastione, il rinvenimento di due piastre di cottura, di un focolare, di manufatti legati alla produzione del pane e di frammenti carbonizzati di pane ha rivelato che si trattava di un laboratorio per la panificazione.
Nell’area circostante sorgeva il villaggio costituito in prevalenza da capanne di pianta circolare. Tra queste una, di notevoli dimensioni e dotata di sedile e focolare, era probabilmente la capanna delle riunioni.
I Romani ripopolarono l’area nel II secolo a.C.. Sulla sommità del nuraghe, ormai crollato, realizzarono degli ambienti destinati alla produzione del vino. Per poter proseguire con lo scavo del nuraghe, è stato necessario smontare e ricostruire questi ambienti ai margini dell’area archeologica.
Il sito è raggiungibile partendo dal Comune di Orroli. Si imbocca la SP10 in direzione di Escalaplano e al km 9 si svolta a sinistra in una strada che conduce, dopo circa 3,5 km, all’area archeologica.