Il Nuraghe Armungia è un monotorre in opera muraria di scisto calcareo, riferibile all’Età del Bronzo Medio. È un caso quasi unico di costruzione nuragica inglobata all’interno di un abitato. Il monumento s’innalza sull’altura che domina la parte vecchia del paese, svettando sulle abitazioni raccolte lungo il pendio sottostante. Verso nord-est l’edificio si affaccia in posizione panoramica sulla valle del Flumendosa, rendendo evidente la sua originaria funzione strategica.
Il nuraghe si conserva per dieci metri e mezzo di altezza residua rispetto al piano di calpestio esterno. L’opera muraria diventa più accurata man mano che il paramento risale verso l’alto, con pietre che vanno diminuendo di proporzione verso la sommità. Alcuni tratti murari curvilinei, interpretabili come opere di rinforzo, sono visibili alla base dell’edificio sui versanti di nord-est e sud-ovest.
L’ingresso, orientato a sud-est, immette in un corridoio a sezione ogivale della lunghezza di 4 metri, pari allo spessore murario. La camera interna, del diametro di 5,40 metri, si eleva per oltre otto metri d’altezza e presenta un’apertura sommitale dovuta alla mancanza degli ultimi filari che originariamente dovevano chiudere la falsa volta cupoliforme. Lungo la parete del vano sono situate due celle, posizionate frontalmente lungo un asse perpendicolare al corridoio. A 3,50 metri di altezza sul pavimento della camera, nel tratto di parete compreso tra il corridoio e la cella di sinistra, si apre l’ingresso della scala ricavata all’interno della massa muraria.
Nel 1985, nella cella di sinistra furono rinvenuti i resti di una cisterna bizantina, testimonianza del riutilizzo dell’edificio in epoca tardoantica e altomedievale.