Il nuraghe Adoni si erge su un rilievo con pendici scoscese a 811 m s.l.m. e gode di un formidabile controllo visivo a 360° su un vasto territorio. Fu oggetto di indagini di scavo dal 1997 al 2003 e nel 2012. È un quadrilobato con planimetria anomala, frutto dell’adattamento ai diversi livelli della roccia affiorante e del tipo di materiale utilizzato cavato sul posto, calcare e dolomia, che ne hanno condizionato l’impianto.
L’antemurale che lo circonda lungo il lato Est ingloba due capanne e forma un ampio cortile, mentre nel lato Ovest racchiude una cisterna ipogeica per la riserva idrica della comunità che divide in due un secondo cortile. Proprio da quest’area provengono le ceramiche più antiche inquadrabili nel Bronzo medio terminale (XV sec. a.C.).
Il villaggio occupa l’area Sud-Est del rilievo con strutture a pianta circolare con zoccolo in pietra e copertura straminea. Al Bronzo recente (XIV-XIII sec. a.C.) sono attribuibili capanne del diametro interno di circa m 3,5, mentre nel Bronzo finale (XII-XI sec. a.C.) il villaggio viene ampliato con l’impianto di strutture di dimensioni maggiori, di circa m 5,5 di diametro interno.
I nuragici avevano razionalmente suddiviso lo spazio interno delle capanne in ambienti destinati alla cottura dei cibi, alla conservazione delle derrate alimentari, alla macinazione, alla filatura. Si riconosce nelle strutture una destinazione prevalente che spinge a considerarle piuttosto che singole unità abitative, dei moduli, come ad esempio cucine e dispense.
I primi cedimenti e crolli delle parti sommitali del nuraghe avvennero già nel Bronzo finale. La posizione strategica dell’Adoni sul territorio circostante ne ha favorito la frequentazione dopo l’età nuragica per lunghi periodi di tempo, nel VI sec. a. C., in età punica, in età romana imperiale e in età altomedievale.