Museo nazionale archeologico ed etnografico “Giovanni Antonio Sanna”

Museo Nazionale "G.A. Sanna", Sassari

Foto concessa da Direzione regionale Musei

Museo Nazionale "G.A. Sanna", Sassari

Il museo deve il suo nome all’omonimo imprenditore e politico che nel 1878 destinò alla città di Sassari la sua preziosa collezione archeologica e artistica a condizione che il Municipio costituisse un apposito museo. Questa rappresenta il nucleo di partenza del museo attuale insieme ai reperti dei primi scavi avviati a Porto Torres. Dal 1958 la collezione si è arricchita di reperti risalenti a ricerche e scavi della Soprintendenza per i Beni archeologici e da numerose donazioni private. La raccolta artistica di Giovanni Sanna dal 2011 si trova alla Pinacoteca nazionale di Sassari. L’edificio, realizzato tra 1926 e 1932 su progetto dell’architetto Michele Busiri Vici, è in stile neoclassico e rievoca la tipologia del tempio sopraelevato, con colonne doriche e timpano, tipico delle prime costruzioni museali. Il museo negli anni Settanta è stato ampliato e rinnovato da Ercole Contu. La collezione si compone attualmente di due sezioni principali: archeologica ed etnografica.

Il settore archeologico, con le sue numerose sale, narra cronologicamente le fasi del popolamento umano nei territori di Sassari, Nuoro, Gallura ed Ogliastra  a partire dal Paleolitico inferiore fino all’epoca medievale. Il percorso inizia con le culture preistoriche sarde e l’esposizione di frammenti fossili, risalenti al Miocene e provenienti dalle foreste dell’Anglona, e prosegue con i reperti dal Paleolitico all’età del Neolitico testimoniata da ceramiche, bracciali, collane, vasi in pietra e statuine della Dea Madre. Più avanti, lo spazio dedicato a Monte d’Accoddi svela la vita quotidiana che si svolgeva attorno all’altare. L’esposizione continua con i reperti ceramici e metallici rinvenuti dagli ipogei dell’Età del Rame e del Bronzo. Il museo tramite calchi, plastici e riproduzioni svolge una funzione didattica e riesce a comunicare con i suoi visitatori. La sala dedicata alla Civiltà Nuragica ospita una cospicua raccolta proveniente da contesti abitativi, cultuali e funerari: spiccano i manufatti bronzei d’uso corrente quali asce, scalpelli, monili e bronzetti, raffiguranti uomini e animali. Il periodo fenicio-punico è illustrato da anfore e vasellame da mensa, cippi e stele funerarie, monili in oro e pietre dure, scarabei, terrecotte figurate, rasoi bronzei, lucerne. La sala dedicata alla Civiltà Romana ospita i reperti provenienti da Porto Torres, un’antica colonia romana. Nel 2000 è stata inaugurata l’esposizione medievale e moderna che offre un quadro significativo sulla vita della Sardegna dall’Alto Medioevo all’Età Moderna. La sezione archeologica è temporaneamente chiusa al pubblico per lavori di ristrutturazione e allestimento.

La sezione etnografica è la più antica presente in Sardegna: raccoglie tessuti, gioielli, canestri, abiti e arredi e altre testimonianze della vita quotidiana nell’Isola che documentano la “cultura materiale”, le tradizioni e l’arte della Sardegna centro-settentrionale degli ultimi tre secoli. Dal giugno 2021 a giugno 2022 il Padiglione etnografico ospita la mostra “Sulle tracce di Clemente” curata dal designer Antonio Marras.

Nella parte antistante l’ingresso è presente il giardino, con alberi d’alto fusto, residuo del parco che circondava la palazzina neoclassica, nucleo originario del Museo, all’epoca della costruzione.

 

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