In età punica, la parte della città inclusa e a ridosso delle mura di cinta era adibita sia a quartiere abitativo sia per attività artigianali. Le testimonianze archeologiche evidenziano infatti la presenza di alcune abitazioni e di un’officina ceramica che verso la fine del IV secolo a.C. produceva anfore.
Il sito continuò a essere abitato in età romana, almeno fino al I secolo a.C. L’innalzamento della falda freatica, infatti, causò l’impaludamento della zona e quindi il suo abbandono. In epoca imperiale, quest’area fu attraversata dall’acquedotto proveniente da Cabu Abbas. Di questo si conservano nel sito nove basamenti di pilastri in opera cementizia che in età antica erano sormontati dagli archi sui quali correva il canale con l’acqua. Un pilastro dell’acquedotto meglio conservato si osserva sul lato opposto della strada.
L’area archeologica di via Nanni si raggiunge facilmente a piedi sia dalla stazione dei treni sia da Via Porto Romano, oppure in auto lungo Via Gabriele D’Annunzio, svoltando poi a destra al passaggio a livello.