Il sito si sviluppa su una collina con sommità pianeggiante, un affascinante contesto naturalistico caratterizzato dalla presenza di numerosi olivastri secolari. E’ segnato dalla frequentazione dell’uomo dal quarto millennio a.c. fino all’ottavo secolo d.c.
Lungo le pendici meridionali sono scavate alcune tombe del neolitico (domus de janas) riutilizzate anche in epoche successive. Sulla sommità sorgeva un complesso nuragico, che fu poi inglobato nel successivo insediamento di età fenicio-punica fondato tra la seconda metà e la fine del VII sec. a.C..
Dell’abitato restano solo le fondazioni, dalle quali attualmente si individuano un’acropoli, un quartiere di abitazioni civili ed un santuario. Il tutto era circondati da una doppia cinta muraria che orlava la sommità del piccolo altipiano, inglobando diversi edifici probabilmente abitativi, e nella quale è incastonato anche l’imponente nuraghe Diana. Ai piedi del rilievo sorgeva un’ulteriore linea difensiva. Sul fianco sud-ovest si riconoscono le tombe a fossa della necropoli fenicia, mentre la necropoli punica, con le sue tombe a camera, sorgeva sul fianco opposto.
L’accesso è libero ma vista la complessità del sito è consigliabile usufruire della visita guidata facendo riferimento alla biglietteria del Museo Archeologico di Santadi. E’ inoltre consigliato indossare scarpe da ginnastica o da trekking.
Percorrendo la SS 293 in direzione Santadi, al km 62 si prende a sinistra una strada vicinale. Percorrendola per km 1,5 si arriva all’ingresso dell’area archeologica.