La Grotta di San Giovanni si trova nel comune di Domusnovas, nel territorio dell’Iglesiente (Sardegna sud-occidentale).
Questa cavità è stata scavata dalle acque del Rio de Monte Narba (poi Rio San Giovanni) nelle rocce calcaree più antiche dell’isola, appartenenti al Cambriano inferiore.
La sua singolare caratteristica è data dall’essere sostanzialmente una galleria naturale. È attraversata da una strada, in passato percorribile in auto, che percorre tutta la sua lunghezza (850 metri). Questa caratteristica la rende unica in Italia e una rarità nel mondo. Infatti esistono solo altri due esempi simili, in Francia e Australia.
Il percorso al suo interno si sviluppa, in direzione nord-sud, con due ingressi naturali monumentali. A sud verso il paese di Domusnovas, a nord sulla valle di Oridda e la foresta di querce del Marganai.
Il suo valore naturalistico è dato anche dalla presenza di rami ancora attivi dal punto di vista carsico. Il ramo principale, percorribile tramite la strada, è caratterizzato dallo scorrere del rio in ampie sale, con diverse concrezioni come pozze, stalattiti e da stalagmiti. Oltre al ramo principale la grotta si sviluppa su altri due livelli, accessibili solo con attrezzatura da speleologia, rendendo la grotta lunga oltre 2 chilometri.
Il ramo attivo “Su stampu de Pireddu” (chiamato così perché considerato come nascondiglio del bandito Pireddu) è costituito da una serie di gallerie con la presenza di piccole pozze e sifoni. Su Stampu, ad oggi ancora in fase di studio, termina con un laghetto, affioramento superficiale di un vasto bacino sotterraneo.
Il ramo “Bobore“, al di sopra della galleria principale, ad oggi fossile, è caratterizzato da strutture dette “vuoti carsici“.
Il toponimo deriva da una vecchia cappella dedicata al Santo, costruita in epoca medioevale in una nicchia naturale della grotta. La cappella venne demolita durante la costruzione della strada e sostituita con l’omonima chiesetta di San Giovanni, sita vicino all’ingresso sud della cavità.
Le testimonianze riportano che in antichità gli ingressi della grotta fossero chiusi da fortificazioni murarie di età nuragica delle quali restano oggi solo alcuni resti. La presenza dell’uomo sin dall’antichità è stata dimostrata dal ritrovamento di innumerevoli reperti, come vasellame.
Dal 1999 la Grotta è riconosciuta come Monumento Naturale ed è sottoposta a tutela ambientale.