Il parco archeologico sorge su un’area di circa 200 Km quadri, fittamente ricoperta da querce secolari e macchia mediterranea.
L’area ospita un eccezionale numero e varietà di testimonianze preistoriche di ambito funerario e sacro.
Gli scavi archeologici condotti da Enrico Atzeni negli anni ’70/’80 hanno permesso di riferire il sito alla “cultura di Ozieri”, diffusa in Sardegna nel Neolitico Recente.
I monumenti che compongono l’area funeraria sono costruiti in arenaria locale. Le tombe sono costituite da vani funerari racchiusi da circoli megalitici realizzati con blocchi disposti a cerchi concentrici. Le celle funerarie sono formate da ciste litiche oppure camere scavate all’interno di grandi massi, o ancora costruite con muratura a secco.
L’area include anche circa 60 menhir, alcuni collegati alle strutture tombali, altri disposti in allineamenti più o meno estesi. I menhir appartengono al tipo aniconico e proto-antropomorfo, con profilo ogivale e sezione piano-convessa.
Fra i monumenti funerari la tomba II mostra un’affascinante commistione di megalitismo ed ipogeismo, una sorta di domus de janas fuori terra.
In un primo grande masso di arenaria è stata scavata un’apertura d’accesso al monumento.
Lo spazio interno è diviso in quattro ambienti da piccoli muretti posti a raggiera attorno ad un secondo grosso masso di arenaria, posto al centro della struttura.
All’interno di questo masso sono state scavate in sequenza l’anticella e la cella principale. Tutto intorno tre anelli murari concentrici avevano lo scopo di contenere il tumulo, oggi non più presente, che copriva l’intera struttura.
Il Parco offre visite guidate anche in lingua straniera. A disposizione dei visitatori un’area pic-nic, un punto di ristoro e una piccola boutique per l’acquisto di souvenir.
Dall’abitato di Goni percorrere la SP 23 in direzione di San Basilio. Dopo 2,3 km sulla sinistra sarà visibile l’ingresso dell’area archeologica. Il percorso è segnalato da cartelli turistici.