Nell’entroterra della Penisola del Sinis c’è un piccolo villaggio avvolto nel silenzio. È il villaggio di San Salvatore. Deserto tutto l’anno, il borgo si anima tra fine agosto e i primi di settembre per le celebrazioni religiose. Durante questo periodo i fedeli partecipano ogni giorno ad una sentita Via Crucis in lingua sarda che si svolge lungo le vie del paesino. Il fulcro del piccolo centro è la chiesa dedicata a Gesù Salvatore.
Completata alla fine del Settecento, cela al di sotto del suo pavimento un ipogeo, una suggestiva struttura sotterranea realizzata nel IV secolo d.C. Corridoi e stanze si diramano attorno a un pozzo dalle acque da sempre considerate sacre, e le pareti decorate con disegni a carboncino raccontano il passaggio delle genti nei secoli.
Tra le raffigurazioni risalenti al periodo dell’impero di Roma, sono particolarmente affascinanti quelle che rappresentano il matrimonio tra Marte e Venere e la lotta tra Ercole e il leone Nemeo. Sono inoltre numerose le iscrizioni latine, greche e arabe e le raffigurazioni di imbarcazioni datate tra il IV e il XVI secolo.