La stele votiva Madonna dell’ ETFAS è ubicata nella biforcazione tra Viale San Bartolomeo e Viale Poetto a Cagliari.
Nel 1954, l’Ente per la Trasformazione Fondiaria e Agraria in Sardegna, commissionò all’artista sassarese Eugenio Tavolara la realizzazione della stele votiva da posizionare all’ ingresso dei cantieri delle varie sedi dell’ ente.
L’ ETFAS, nel secondo dopoguerra, mise in atto un’ attività di trasformazione fondiaria in Sardegna. Ciò metteva radici nella azione di bonifica avvenuta in epoca fascista in quest’ area (tra il 1926 ed il 1934) ed era volta alla attuazione della riforma agraria del 1950 (Riforma Segni).
Grazie all’ ETFAS, a partire dal 1955-58, nel resto della Sardegna vennero stipulati dei contratti di assegnazione dei poderi.
I contratti erano di durata trentennale, dietro pagamento di una rata annuale.
La dimensione del podere assegnato era commisurata alla grandezza del nucleo familiare e allo scadere del contratto, i coloni diventavano proprietari del fondo.
La stele, è costituita da quattro blocchi squadrati di trachite rossa e raggiunge un altezza di quattro metri.
Nel blocco superiore è incastonata la lastra in ceramica, rosata che vira verso al blu, dove è presente un bassorilievo con l’ immagine della Madonna. Inoltre, si eleva su un piedistallo di due bassi gradini.
La Madonna del bassorilievo è rappresentata a mezza figura, avvolta in un manto nel quale sono incise piccole stelle stilizzate, mentre col braccio sinistro sostiene il Bambino e con la destra stringe un fiore al petto.
Il Bambino, rappresentato di scorcio, volge a sua volta lo sguardo verso di lei e ha tra le mani delle spighe, simbolo del lavoro agrario.
Sotto il bassorilievo è presente, poi, un’ altra placchetta di ceramica di un blu più intenso che recita: “Maria benedici il nostro lavoro”.
Alla base della colonna nella parte frontale si legge ETFAS in lettere maiuscole ricavate a rilievo nella pietra.
Questo tipo di effigi si possono trovare anche all’ interno delle nicchie nei muri delle abitazioni dei contadini assegnatari delle aziende agricole.
Dal punto di vista iconografico, l’ immagine mariana si riallaccia al modello prodotto dall’ artista per la chiesa della Solitudine a Nuoro.
La produzione di questo tipo di immagine sacra ad opera di una committenza pubblica si può ritenere inoltre in linea con lo spirito dei tempi (inizio degli anni 50) e dalla scena politica che era dominata dalla Democrazia Cristiana.
Tavolara puntò a valorizzare le materie prime locali e conservò il sapore arcaico spesso volto all’ essenziale.