Le stele votive dell’ETFAS attualmente individuate sono otto, più una distrutta, distribuite nella Nurra di Sassari e Alghero.
Sono generalmente poste a bordo strada, spesso in prossimità di un bivio. Il loro ruolo è quello di segnare un luogo di sosta e preghiera, divisioni tra fondi, e infine sono anche un punto di rilievo per la viabilità locale.
Le stele sono costituite da blocchi squadrati di trachite rossa o bruna. Sono poste su un piedistallo costituito o da una sola lastra, o da più gradini.
Hanno perciò altezze totali differenti ma non superiori ai quattro metri.
Nella parte superiore si trova incastonato l’ altorilievo in ceramica smaltata rappresentante la Madonna.
Inoltre, il rilievo è applicato su un fondo neutro color terracotta.
Maria, avvolta in un mantello nel quale sono incise piccole stelle stilizzate, è rappresentata a tre quarti di figura mentre tiene in braccio il bambino. Al contempo, stringe al petto un fiore, simbolo del lavoro nei campi.
Il bambino, rappresentato di scorcio, volge verso la madre lo sguardo, mentre tiene tra le mani un mazzo di spighe, anche questo simbolo del lavoro agrario.
Spostando poi lo sguardo nella parte bassa delle stele, si nota una placca in ceramica che presenta la scritta “Maria benedici i nostri campi”. Mentre alla base, è presente un rilievo ricavato “in negativo” nella trachite dell’acronimo “ETFAS”.
Nel 1954, l’Ente per la Trasformazione Fondiaria e Agraria in Sardegna, commissionò all’artista sassarese Eugenio Tavolara la realizzazione di una serie di altorilievi da collocare presso gli insediamenti interessati dalle bonifiche fondiarie in Sardegna.
L’ attività di trasformazione fondiaria messa in atto dall’ ETFAS in Sardegna nel secondo dopoguerra metteva radici nella bonifica delle zone malsane avvenuta in epoca fascista ed era volta alla attuazione della riforma agraria del 1950 (Riforma Segni).
Grazie all’ ETFAS, a partire dal 1955-58 vennero stipulati dei contratti di assegnazione dei poderi di durata trentennale, dietro pagamento di una rata annuale. La dimensione del podere assegnato era commisurata alla grandezza del nucleo familiare. Allo scadere del contratto i coloni diventavano proprietari del fondo.
La Madonna dell’ETFAS è un esempio di committenza pubblica di arte sacra dal forte valore simbolico, religioso e sociale.
A commissionare le stele fu il presidente dell’ ente Enzo Pampaloni, agronomo toscano appartenente al terz’ ordine francescano, che considerava la devozione mariana un indispensabile collante per le nuove comunità che si stavano formando nelle campagne sarde.