Il centro storico di questo meraviglioso paese, incastonato nella splendida cornice del Gerrei, si sviluppa attorno al suo nuraghe, che dunque attesta l’antichissima frequentazione. Fu il paese natale del celeberrimo Emilio Lussu (Armungia, 4 dicembre 1890 – Roma, 5 marzo 1975), Padre Costituente della Repubblica Italiana. Oggi Armungia è capace di offrire un’esperienza unica di immersione nell’autentica tradizione sarda, anche grazie al museo etnografico S’omu de is Aìnas, alla Bottega del Fabbro e alla casa-museo Lussu-Joyce.
I murales fecero la loro comparsa dagli anni Settanta del secolo scorso. Il murale situato in piazza Chiesa, dipinto da Pinuccio Sciola, artista sardo di fama internazionale, risale al 1976. Esso raffigura il profilo del già citato Emilio Lussu. Per via della sua posizione nella piazza della chiesa, cuore del paese e della sua vita, si coglie l’importanza del personaggio. Grazie al recente restauro ad opera di Massimo Congiu, nel 2017, si può ammirare di nuovo l’effetto statuario conferito al volto di un Lussu anziano, che richiama, a livello iconografico, la saggezza e l’eternità propria della pietra, materiale caro alla produzione artistica di Sciola.
In via Antonio Gramsci, nel 2017, Massimo Congiu e Francesco del Casino realizzano un murale dedicato ad Emilio Lussu e ad Antonio Gramsci (Ales, 22 gennaio 1891 – Roma, 27 aprile 1937). Incorniciati da due mani di grandi dimensioni, i personaggi sono suddivisi visivamente in tre blocchi, scanditi dal cambiare del paesaggio. A sinistra, Lussu, in comizio con un libro in mano, attira l’attenzione dei suoi concittadini. Al centro, quattro lavoratori leggono L’ordine nuovo, giornale fondato da Gramsci a Torino nel 1919. A destra, troviamo un monumentale Antonio Gramsci, con lo sguardo rivolto verso di noi e un libro aperto nello sfondo. Proprio lo sfondo assume una dimensione rilevante, narrativa e compositiva. A sinistra si richiama il mondo agro-pastorale, al centro le ciminiere alludono all’ambiente operaio della fabbrica e a destra parla il libro di Gramsci.
Infine, la scritta “Tra segni e parole” è una chiave di lettura: segni e parole ricorrono in ogni porzione del murale, con il ruolo di collante sociale, qui anche collante dell’intera opera.