I murales hanno trasformato San Sperate, centro di tradizione agricola, in un vero e proprio Paese-museo. Sono dislocati nell’intero abitato; tuttavia quelli storici si trovano principalmente nei rioni più antichi, Santa Lucia e San Giovanni.
Il nucleo originario si sviluppa grazie a un’idea dell’artista sansperatino Pinuccio Sciola (1942-2016) che nel 1968 decide di intervenire artisticamente sul paese, coinvolgendo la popolazione locale in un progetto di arte pubblica e partecipata. Questo è il periodo definito come “gli anni della calce“: le pareti esterne delle case del centro abitato, realizzate con il tipico mattone sardo di fango e paglia, sono tinteggiate di bianco; tele candide atte a veicolare messaggi e l’espressione di artisti locali e internazionali.
Questa prima e vera e propria perfomance artistica collettiva richiama numerosi artisti, che lasciano il proprio contributo nel paese con soggetti e temi differenti. I primi sono protagonisti della scena sarda, tra gli altri: Foiso Fois, Liliana Cano, Gaetano Brundu; cui seguono artisti internazionali come i tedeschi Elke Reuter e Rainer Pfnürr, i messicani José Zuniga e Conrado Dominguez e dalla Svizzera Otto Melcher.
Il Paese-museo ha continuato nel tempo ad ospitare workshop ed eventi artistici, come “il fiume dei writers” del 2009 e nel 2011 “Colore Identità“.