Il monumento a Carlo Felice di Savoia si trova a Cagliari, in pieno centro, nel Largo dedicato all’omonimo sovrano. Egli fu re di Sardegna e duca di Savoia dal 1821 al 1831, anno della sua morte.
A commissionare la statua furono gli Stamenti (ciascuno dei rami dell’antico parlamento sardo) ma a ricoprire un ruolo importante nella sua realizzazione fu Stefano Manca di Tiesi, Marchese di Villahermosa. Egli infatti non solo scelse di affidare la realizzazione della statua ad Andrea Galassi, ma anticipò anche la somma iniziale per la sua realizzazione.
I lavori della statua iniziarono a Roma nel 1828, con la realizzazione del modello in gesso. Trattandosi di una commissione molto importante, i lavori proseguirono al Regio Arsenale di Cagliari con la colatura. Galassi però terminò la statua solo nel 1833, ben due anni dopo la morte di Carlo Felice. Appena conclusa, l’amministrazione espose la espose al Regio Arsenale.
L’ascesa al trono dei Savoia di Carlo Alberto, sovrano dalle vedute più liberali, aveva mutato il clima politico. La statua, pertanto, non rispondeva più al gusto in auge in quel periodo e si decise di spostarla in un magazzino.
Si decise di collocare l’opera in Piazza Yenne solo nel 1860, all’inizio della grande strada che collegava Cagliari a Porto Torre. Tale ambizioso progetto rientrava nella visione assolutistica della monarchia, nella quale Carlo Felice credeva in maniera quasi fanatica.
La statua, di impostazione neoclassica, raffigura il Re in abiti romani, con l’armatura, la toga e l’elmo, in posa marziale. In origini la statua, con i braccio proteso in avanti, doveva indicare la direzione della strada per Porto Torre. Oggi però il braccio di Carlo Felice punta in direzione completamente diversa.
A differenza di quanto accadeva nella Francia neoclassica, che trovava nel periodo repubblicano di Roma i valori etici e civili che avrebbero supportato poi la neonata Repubblica di Francia, Carlo Felice si ispirava al periodo della Roma imperiale, quale momento perfettamente coincidente con i valori dell’assolutismo monarchico.
Oggi, la statua è legata a una tradizione del club calcistico del Cagliari. Infatti, in occasione di promozioni in serie A o di clamorose salvezze, la statua viene vestita in rossoblù, colori della squadra, con una tunica e una berrita, il tradizionale copricapo isolano. Tradizione che ebbe inizio il 14 giugno 1964 per la prima promozione in serie A e che si ripeté nel 1970 in seguito alla vittoria dello Scudetto.