La collezione d’arte di Mario Sironi si trova all’interno del Palazzo del Banco di Sardegna. Consta di ben 42 opere, donate al Banco di Sardegna nel 1985 dall’allora compagna dell’artista Mimì Costa, erede universale ed unica depositaria dell’autentica delle sue opere. In quell’anno il Banco aveva organizzato a Sassari, città natale di Sironi, una grande mostra retrospettiva sull’artista.
Seppur parziale, la collezione ripercorre un arco temporale piuttosto lungo della produzione di Sironi. Comprende infatti oltre trent’anni, dal 1926 al 1958. Spicca il grande dipinto intitolato L’allegoria del lavoro, eseguito nei primi anni Trenta del Novecento, uno dei pezzi più pregevoli della collezione del Banco. L’opera è stata identificata come uno dei cartoni preparatori per il grande affresco parietale che Sironi realizzò per la V Triennale di Milano del 1933, nel Salone delle Cerimonie, intitolato Il lavoro (Le opere e i giorni).
Le restanti opere sono collocate nelle due sezioni laterali. Si tratta per lo più di disegni, schizzi, studi d’insieme o singole parti elaborate a matita, a inchiostro, con colori a tempera e qualche olio, a cui si aggiunge l’unica scultura in bronzo. Molti dei lavori esposti sono studi di decorazione, persino uno che testimonia la sua attività di scenografo, altri sono studi per affresco.
Spiccano poi opere come il misterioso volto del Mosè realizzato sulla pagina del quotidiano milanese «Il Corriere della Sera»; diversi studi di paesaggi, figure, persino un elegante Levriero, ma anche Composizioni astratte degli anni Cinquanta.
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