Nella piazza omonima, situata nelle vicinanze di Calamosca, sorge la chiesa di San Bartolomeo. Poche sono le notizie documentarie a nostra disposizione. L’impianto attuale dell’edificio risale probabilmente al XVI-XVII sec., ma già dall’arrivo dei Vittorini di Marsiglia nell’XI sec. si fa menzione delle chiese di San Bartolomeo e Sant’Elia a loro affidate. La prima menzione chiara corrisponde alla data del 1293, in una lettera del papa Nicolò IV all’arcivescovo Percivalle.
La facciata presenta i caratteri dello stile gotico-aragonese, i cui tratti preminenti sono osservabili nell’arco a sesto acuto del portale, dall’architrave piatto e montanti sagomati, nell’oculo sopra di esso e nel piccolo campanile a vela ad unica luce ogivale.
All’interno, l’aula unica presenta larghe arcate acute. Sono chiari i segni di arricchimento della chiesetta nel XVII sec., quando nel 1640 si comandò la realizzazione del dipinto, oggi nell’altare maggiore, raffigurante il Santo patrono, la cui figura ricorda la posa del Cristo morto compianto da quattro angeli di Rosso Fiorentino.
In corrispondenza della chiesa scomparsa della Vergine di Lluc (XVII sec.), a fine secolo si costruì la Cappella della Madonna di Trapani, collocata sulla sinistra. Al suo interno, troviamo l’altare ligneo intitolato all’omonima Madonna, costruito grazie al generoso lascito testamentario di donna Rosalia, nel 1678. Il retablo è a corpo unico, scandito da colonne tortili con girali di foglie, con una nicchia centrale, dentro cui è riposta la coeva copia lignea del simulacro della Madonna di Trapani. Nell’attico, inoltre, vi è rappresentato il bassorilievo del Padre Eterno. La cappella è delimitata da una balaustra marmorea, connotata dal simbolo della famiglia Genovés, che ne deteneva il patronato.