Il castello di Acquafredda è un’importante testimonianza di struttura fortificata di epoca medioevale. Si innalza su un colle di origine vulcanica sviluppandosi per un’altezza di 256 metri rispetto al livello del mare. Il sito, denominato “Domo Andesitico di Acquafredda”, è stato istituito a Monumento Naturale dalla regione Sardegna.
Dal punto di vista geologico, il monte è costituito da andesiti, rocce di natura effusiva originatesi durante le attività vulcaniche del terziario. La flora è caratterizzata, nelle parti alte, dalla presenza di macchia. Le essenze più diffuse sono lentischi, olivastri, euforbia e smìlace. Alle quote più basse è presente un bosco artificiale di eucalipti e conifere. Il monte rappresenta inoltre una nicchia ecologica insostituibile per pipistrelli, piccioni terraioli, rapaci notturni e per il falco grillaio, specie a forte rischio d’estinzione.
Una bolla Papale del 1238 testimonia che il castello esisteva già in quella data. È tuttavia opinione diffusa attribuire la sua costruzione al celebre nobile pisano Ugolino Della Gherardesca conte di Donoratico. Ugolino divenne infatti Signore della parte sud-occidentale della Sardegna dopo la caduta del Giudicato di Cagliari, nel 1258. Le sue vicende sono divenute illustri grazie ai profondi versi di Dante Alighieri nella Divina Commedia.
Strutturalmente il castello è composto da più corpi murari articolati su tre livelli, armonici con l’andamento del colle. Lo scopo era creare più linee di difesa, in modo da rendere più difficoltoso l’eventuale attacco dei nemici.
Gli aspetti storici, paesaggistici, la geologia, la fauna e la flora fanno di questo luogo un sito naturale di grande valore estetico e scientifico. Il colle e le persistenti murature che lo sormontano hanno assunto l’immagine di un unicum naturale osservabile dalla piana circostante a 360 gradi. Dall’alto del Domo si gode di un magnifico panorama della valle del Cixerri, degli stagni di Cagliari e del mare, della Marmilla e dell’Iglesiente e, nelle giornate serene, del lontano Gennargentu.