La diga di Santa Chiara rappresenta il vecchio sbarramento che ha dato origine al bacino artificiale del Lago Omodeo. È situata in territorio di Ula Tirso, centro abitato del Barigadu, nella Sardegna centrale.
Venne realizzata tra il 1918 e il 1924, sul corso del fiume Tirso, portando alla formazione del lago che prende il nome dal progettista della diga, l’ingegnere Angelo Omodeo. L’opera, all’epoca consiederata di portata mastodontica, originò il bacino più grande d’Europa. Con i suoi 70 metri di altezza fu per diverso tempo la diga più alta del mondo.
La sua costruzione ebbe un impatto notevole sull’ambiente della zona. Infatti, in contemporanea con l’avanzare dei lavori, si procedette allo smantellamento e ricostruzione più a monte, dell’antico borgo medievale di Zuri. Assieme al borgo venne smantellata e ricostruita anche l’antica chiesetta romanica di San Pietro. La chiesa risale alla fine del 1200 ed è costruita in una particolare roccia di trachite rossa. L’acqua del lago sommerse tuttavia parte della foresta pietrificata di Zuri – Soddi oltre all’insediamento prenuragico di Serra Linta, alcune tombe di giganti e domus de janas. Questo patrimonio sommerso riemerge talvolta con l’abbassarsi del livello del bacino nelle stagioni calde.
Dal punto di vista naturalistico, le sponde del lago sono caratterizzate principalmente da formazioni boschive di leccio, roverella e macchia mediterranea. Inoltre si possono osservare anche esemplari di pioppo bianco, salice fragile, olmo campestre, frassino, tamerici e alloro.
L’area è ricca di uccelli, sia stanziali sia migratori. Tra le specie osservate si segnalano la ghiandaia marina, l’occhione comune, il falco pellegrino, il falco pescatore ed il piro piro piccolo. La presenza del lago ha portato diverse specie acquatiche quali il codone comune, il moriglione, il mestolone comune, l’alzavola, il fischione, la folaga, la gallinella d’acqua, il germano reale, la canapiglia, l’oca selvatica, la garzetta, l’airone bianco e l’airone cenerino.
Nella zona si segnalano inoltre anfibi e rettili, tra cui rospi, la tartaruga palustre e la testuggine di Hermann.
Nel 1997, dopo aver accertato dei cedimenti strutturali della vecchia diga, venne costruita una seconda diga più a sud, nel territorio di Busachi, intitolata ad Eleonora d’Arborea.
Ad oggi la vecchia diga è diventata un punto ideale per una sosta panoramica sul lago. Da qui si possono osservare vari ruderi della zona, come la vecchia Casa del capocentrale della diga Santa Chiara che, periodicamente, durante i periodi di piena del lago, viene quasi interamente sommersa.