Il Palazzo Civico di Cagliari sorge tra l’ottocentesca via Roma e il largo Carlo Felice, in prossimità del porto cittadino.
Sino al 1861 Cagliari svolgeva il ruolo di piazzaforte marittima per il Regno di Sardegna, mantenendo l’aspetto medievale; infatti i palazzi del potere erano situati nell’antico quartiere Castello e l’intera città era cinta da mura e bastioni. Acquisito il ruolo di capoluogo di provincia, Cagliari assume il ruolo di polo commerciale che richiede l’apertura della città verso il porto; ne sono conseguenza la demolizione delle antiche mura e la costruzione di nuovi assi viari e edifici. I nuovi palazzi pubblici e privati e del potere civico proiettano la città verso il mare.
L’edificio è noto anche come Palazzo Bacaredda, poiché legato al nome del sindaco che ne volle la fabbrica e istituì il relativo concorso nel 1896. Il nuovo palazzo civico, realizzato in stile ecclettico su progetto “Palmas” di Crescentino Caselli e Annibale Rigotti, raccorda elementi dello stile liberty a modelli del gotico catalano, caratteristico dell’architettura isolana.
L’ordine inferiore del prospetto si apre su via Roma con un porticato, da cui si accede al cortile centrale con scalone d’accesso ai piani nobili; gli ordini superiori sono invece caratterizzati da una serie di aperture ad arco ribassato o quadrangolari con foggia liberty. Il prospetto è infine concluso da due torrette ottagonali. Interessanti sono i quattro obelischi agli angoli dell’edificio, che riproducono i mori bendati, e le decorazioni bronzee realizzate da Andrea Valli.
I bombardamenti del febbraio 1943 hanno danneggiato gravemente l’edificio, distruggendo la copertura in ferro e vetro del cortile centrale, lo scalone d’accesso e alcune sale. Nonostante la perdita delle decorazione delle sale realizzate dagli artisti sardi Francesco Ciusa, Filippo Figari e Felice Melis Marini il palazzo conserva ancora numerose opere e mantiene il suo ruolo di sede civica.